In una settimana in cui si è passati da un'Europa all'altra, Golob si ritrova ora a fare i conti con la politica lubianese.
La scorsa settimana era iniziata con un incontro del premier con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, prima del vertice europeo di Tirana dedicato ai Balcani occidentali. Al netto di qualche domanda da parte dei media, in quei giorni nulla faceva presagire la rapida successione di eventi che lo avrebbe portato a confrontarsi questa settimana con la necessità di dover inserire un nuovo pezzo nella squadra di governo, a meno di sei mesi dall'insediamento. Il giorno cerchiato in rosso sul calendario per i chiarimenti era mercoledì scorso, con la pubblicazione di un documento del capo ad interim della polizia, Boštjan Lindav, che circostanziava le accuse di pressioni politiche avanzate da Bobnar e dallo stesso Lindav, con un regolamento di conti degno di avversari più che di alleati politici.
Il sigillo formale alla crisi politica è arrivato con la lettera formale di dimissioni, recapitata di Bobnar venerdì scorso sul tavolo del premier subito dopo il rientro da Bruxelles, dove era impegnata nel vertice che ha dato luce verde all'ingresso della Croazia nell'area Schengen. Ma Golob le aveva già accettate mercoledì, appena era circolata la notizia e subito dopo il rapporto di Lindav, parlando di perdita di fiducia. La lettera di dimissioni è già stata trasmessa oggi al parlamento, che dovrebbe prenderne atto nella sessione ordinaria di mercoledì, momento nel quale cesserà anche da un punto di vista formale l'incarico di Bobnar. Golob ha fretta e ha proposto il trasferimento delle funzioni ad interim alla ministra della Pubblica Amministrazione, Sanja Ajanović Hovnik, ma la liturgia della politica parlamentare, lubianese e non, ha i suoi tempi.
Valerio Fabbri