Domenica 27 novembre gli elettori saranno chiamati a rispondere ai tre quesiti che sono stati proposti dai Democratici.
Il primo è relativo alle modifiche alla legge sul governo che comporterebbe un aumento del numero di ministeri che da 17 diventerebbero 19. Una mossa considerata incauta dai proponenti in quanto aumenterebbe i costi.
Il secondo, invece, riguarda le modifiche alla legge sulla legge relativa alla lunga degenza che secondo gli oppositori ritarderebbero di un anno l'attuazione della stessa, prevedendo ulteriori fondi per aumenti salariali nel settore sanitario e sociale e per l'ampliamento del personale per un importo di circa 30 milioni di euro.
Infine, il terzo quesito, che rappresenta sicuramente il tema più controverso, è inerente alla modifica della legge sulla radiotelevisione pubblica slovena, che ne disciplinerebbe la gestione e gli strumenti di vigilanza. Una legge, quella proposta dal Governo, che avrebbe la finalità di far uscire la politica dal servizio pubblico, riducendo le ingerenze nel suo funzionamento e nella sua gestione. In pratica si intenderebbe introdurre un consiglio di 17 membri composto dai dipendenti della RTV e da rappresentanti della società civile. Attualmente, invece, la maggioranza dei membri dei Consigli che gestiscono l’ente, ossia quello di programma e quello di sorveglianza, sono nominati dalla Camera di Stato. Una proposta osteggiata dai Democratici che ritengono che così i cittadini che pagano il canone vedranno ridotta la loro voce in merito.
La legislazione referendaria prevede che per bocciare la legge non basti raggiungere la maggioranza, ma che contro di essa voti almeno un quinto degli aventi diritto. Secondo i dati del ministero dell'Interno, il numero totale di coloro che potranno votare per questo referendum è di 1.695.330, quindi almeno 339.066 elettori dovranno esprimersi contro ogni legge per considerare raggiunto il quorum.
Barbara Costamagna