Per il sesto anno consecutivo, il Centro di ricerca scientifica dell'Accademia slovena delle scienze e delle arti ha lanciato un concorso volto a selezionare la parola che ha caratterizzato l’anno appena conclusosi. A proporla semplici cittadini, che hanno espresso le loro preferenze su una serie di testate nazionali; ma anche personaggi pubblici che hanno indicato quelli che secondo loro erano i vocaboli che si confacevano al 2021. L'operatrice umanitaria Anita Ogulin, ad esempio, ha scelto le parole disuguaglianza e responsabilità, il giornalista Seku M. Conde perseveranza, l'atleta Franček Gorazd Tiršek focus, lo scienziato Janez Žibert seguace, il direttore dell'istituto 8 marzo Nika Kovač solidarietà, la scrittrice Erica Johnson Debeljak cagna.
Tra queste poi una commissione di esperti ha scelto una decina di termini, tra i quali ha avuto la meglio l’acronimo PCT, che in italiano potrebbe essere traslato con l’acronimo GVT, guarito-vaccinato- testato e che in Slovenia indica i criteri ai quali bisogna rispondere per potersi muovere senza limitazioni in questo periodo di pandemia e viene utilizzato per indicare insieme alla parola certificato quello che in molti paesi europei è stato battezzato con l'inglese Greenpass.
Nel 2016 a vincere era stato il vocabolo rifugiato, nel ‘17 campioni d’Europa, nel ‘18 ape, nel ‘19 clima, nel ‘20 quarantena. La pandemia, quindi, si sta facendo sentire anche per quanto riguarda i trend linguistici, tanto che per la seconda volta udenti e non udenti (quest’ultimi votano attraverso la loro associazione) sono confluiti sullo stesso termine, come nel 2020 sulla parola quarantena.
Barbara Costamagna