
La Slovenia sta affrontando una crescente carenza di personale, spingendo i datori di lavoro a chiedere una riduzione delle restrizioni sul lavoro dei pensionati. A dicembre 2024, in Slovenia si contavano oltre 647 mila pensionati. Sebbene alcuni scelgano di tornare al lavoro per soddisfazione personale, per molti si tratta di una necessità economica, dovuta all'aumento del costo della vita. Attualmente, il lavoro occasionale è limitato a 60 ore mensili, ma la Camera di Commercio chiede di innalzare il tetto. Il ministro del Lavoro Luka Mesec ha proposto un aumento a 85 ore, una misura ritenuta insufficiente dalle imprese per affrontare la crisi occupazionale. Il ministro ha ribadito che il lavoro regolare deve rimanere la forma principale di occupazione e che i pensionati che desiderano lavorare di più hanno la possibilità di optare per una pensione parziale. Inoltre, ha sollevato dubbi sulla compatibilità tra l’età avanzata e alcune occupazioni fisicamente impegnative. Cauta anche la posizione del governo, secondo cui la pensione dovrebbe garantire un sostegno adeguato e l'occupazione dei pensionati non dovrebbe sostituire il lavoro regolare. Parzialmente d'accordo i sindacati di settore che avvertono che l'impiego dei pensionati a condizioni meno tutelate potrebbe creare concorrenza sleale per i lavoratori attivi e ridurre il costo del lavoro. Inoltre, ribadiscono la necessità di pensioni dignitose, che evitino il bisogno di dover lavorare dopo il ritiro dall'attività professionale
M.N.