Seicento firme sono state raccolte in tre giorni nell'area che si estende tra l'Istria e il Carso. L'iniziativa civica Ohranimo Brkine (Salvaguardiamo i Brkini) ha dato voce alle preoccupazioni emerse a livello locale dopo l'annuncio del Ministero dell'ambiente sloveno circa la possibilità di raccogliere l'acqua di alcuni torrenti in un grande lago artificiale da realizzarsi nella valle di Padež. Nei primi giorni di maggio lo stesso Ministero aveva organizzato un incontro con i sindaci della fascia costiera per discutere della possibilità di trovare una fonte d'acqua alternativa a quella dell'acquedotto del Risano; un provvedimento dettato dalle crescenti necessità di acqua potabile, specie nel periodo estivo, ma soprattutto per evitare che Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano restino a secco in caso di incidenti come quello avvenuto l'anno scorso a Dol quando dai vagoni rovesciati di un treno erano usciti diecimila litri di cherosene contaminando un terreno prossimo alle sorgenti del fiume Risano. "Il lago artificiale stravolgerebbe l'habitat naturale dei Brkini" sostengono i promotori della suddetta Iniziativa civica che temono anche una progressiva privatizzazione delle fonti idriche. "Ohranimo Brkine" propone, in alternativa, il collegamento dell'acquedotto istriano a quello del Carso. (red)

Foto: Primorske novice
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