Tra i punti all'ordine del giorno i danni registrati a causa della regolamentazione dei prezzi dei carburanti. Dopo i congelamenti decisi a marzo e a maggio dal precedente governo, in Slovenia i prezzi sono nuovamente regolamentati dallo scorso 21 giugno, in Croazia dal 7 febbraio. A ciò si aggiunge la regolamentazione dei prezzi di corrente elettrica e gas, un altro dei mercati coperti dalla Petrol, che intende rivolgersi allo stato per ottenere il rimborso dei danni subiti, quantificati in mancati introiti per oltre 110 milioni di euro in Slovenia e 35 in Croazia. A marzo, lo ricordiamo, il governo Janša aveva deciso un congelamento a causa degli squilibri e delle incertezze sui mercati petroliferi, quale conseguenza dell'aggressione russa all'Ucraina. Prezzi di benzina e diesel bloccati fino al 30 aprile. Poi a maggio nuovo intervento, per il perdurare dell’instabilità sui mercati, con l'altalena dei prezzi anche in seguito all'annunciato embargo dell'Unione Europea al petrolio russo. Provvedimento che sarebbe dovuto durare tre mesi, fino al 10 agosto. Il nuovo governo, insediatosi ad inizio giugno, aveva poi deciso già nelle prime settimane di lavoro un diverso sistema di regolamentazione dei prezzi intervenendo sui margini di guadagno dei fornitori, in modo da permettere una gestione quanto più normale delle società distributrici. All'odierna assemblea della Petrol si sarebbe dovuto soltanto prendere atto dei danni subiti per la regolamentazione dei prezzi dei carburanti e delle conseguenze su gestione e rating del gruppo; ma l'associazione che rappresenta i piccoli azionisti ha voluto inserire all'ordine del giorno anche una proposta che prevede l'avvio di una procedura per il risarcimento. Il premier Robert Golob non è favorevole a indennizzi da parte dello stato, trattandosi di danni al gruppo risalenti al periodo del precedente esecutivo e afferma, come dichiarato a Radio Slovenia, che da giugno in qua al governo non sono arrivate richieste del genere.

Delio Dessardo

Foto: BoBo
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