La costituzionalità di una legge non cambia secondo il colore politico, che però determina la sensibilità sulle questioni più pressanti e importanti per la società. E la sorpresa di Pirc Musar, per non parlare di vero e proprio disappunto, è tutta in questo sentiero stretto per quanto riguarda la legge sugli stranieri e sulla protezione internazionale. La norma era stata adottata dal governo conservatore di Janez Janša, per poi essere sottoposta alla richiesta di accertamento di costituzionalità a febbraio 2022 da esponenti dell'allora opposizione, legati alla coalizione dell'arco costituzionale KUL, tra cui figuravano ministri dell'attuale governo come Luka Mesec, Marjan Šarec, Alenka Bratušek e Matjaž Han. Un anno e mezzo dopo, però, la medesima legge non sembra suscitare la stessa preoccupazione di interferenza con i diritti umani garantiti dalla costituzione. Il governo di Robert Golob, infatti, giovedì ha accolto l'opinione che le due leggi siano conformi alla costituzione, come notificato in un parere tecnico dal Ministero degli affari interni, guidato da Boštjan Poklukar, già ministro durante il governo Šarec.
Una giravolta singolare a 360 gradi, che ha fatto tornare tutto al punto di partenza, dettata forse da questioni pratiche e contingenti, più che da ragioni politiche. Secondo i dati del ministero il numero di cittadini entrati illegalmente nel paese è triplicato nella prima metà dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre è quadruplicato il numero di richiedenti asilo. Ma la presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, ha voluto esprimere tutto il suo disappunto per la decisione. Motivo per il quale ha voluto richiamare l'attenzione del governo in particolare su principio di uguaglianza, protezione contro la discriminazione, e rispetto della dignità umana e della libertà personale. Valori che, si legge nella nota presidenziale, "non dobbiamo mai trascurare", nemmeno nei casi di crisi complesse, definizione che, se attivata, permetterebbe di sospendere la convenzione internazionale sullo status dei rifugiati. La Corte costituzionale ha già stabilito che tale interferenza con i diritti umani fondamentali è contro la carta costituzionale, ma secondo il governo si può procedere.
Valerio Fabbri