Foto: MMC RTV SLO/BoBo
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Ripreso lo sciopero della polizia slovena. La categoria l'aveva cominciato lo scorso 12 febbraio; l'agitazione era stata poi congelata a primavera, in seguito alle dimissioni del premier Cerar. Dopo la formazione del nuovo esecutivo, il sindacato di polizia aveva concesso dieci giorni di tempo, rivolgendosi con una lettera al premier Šarec e invitandolo ad avviare immediatamente contatti per venire incontro e trovare una soluzione alle rivendicazioni all'origine dello sciopero. Il governo non ha ancora risposto, da qui la decisione di riprendere la protesta. Ora il premier Šarec dice che il governo non ignora la protesta della categoria, annunciando che le richieste verranno esaminate seriamente. "Abbiamo costituito un gruppo megoziale", rileva il premier, "e ci è voluto il tempo necessario per trovare persone competenti. Abbiamo un sistema salariale unitario per il pubblico impiego, quindi bisognerà negoziare tutti assieme". "In ogni caso", cosi Šarec, "niente panico". Intanto, come procederà lo sciopero dei poliziotti? Svolgeranno tutte le mansioni previste dalla legge, essendoci delle precise limitazioni in caso di agitazioni sindacali; in primo luogo è necessario garantire la sicurezza dei cittadini, la loro salute e i loro beni. È da attendersi che lo sciopero duri a lungo, rilevano i due sindacati che rappresentano le forze di polizia; tutto dipenderà comunque dall'andamento dei negoziati con il governo. Questo e' già il quarto sciopero della categoria in sei anni; i poliziotti chiedono la definizione delle categorie salariali e un rapporto nella scala di retribuzione sulla base di quanto stabilito dall'accordo raggiunto a metà 2016, che aveva portato ai poliziotti degli aumenti in busta paga. Poi però, con l'eliminazione delle anomalie salariali i benefici erano stati estesi anche ad altro personale, seppur non coinvolto nella trattativa con quanti erano invece in sciopero.