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Aleš Šabeder è stato il volto del governo Šarec durante la pandemia, l'ultimo ad abbandonare la nave anche quando era prossimo il passaggio di consegne al governo Janša. Arrivò al ministero della Salute dopo un passaggio all'Ospedale policlinico universitario di Lubiana, che provò a riorganizzare come direttore della parte tecnico-industriale, per poi sedere sulla poltrona più importante che gli aprì le porte del ministero della Salute. Un manager di Stato, verrebbe da dire, se è vero che prima dell'UKC ha ricoperto per anni cariche dirigenziali a Semenarna Ljubljana, società statale del settore agricolo, e dopo l'esperienza ministeriale ha vissuto un passaggio nel consiglio di amministrazione di Telekom, uscendone ben prima del previsto in modo poco chiaro. Ma sempre senza clamore, con il profilo basso e dichiarazioni ridotte al minimo, la sua vera cifra stilistica, motivo per il quale è stato ripescato dalle retrovie per essere l'uomo ombra del ministro della Salute Besic Loredan, licenziato da Golob poche settimane fa. Come era prevedibile, saltato il ministro negli ultimi giorni si sono susseguite sui media diverse ipotesi riguardo il suo operato al ministero. Secondo alcune ricostruzioni, numerosi dipendenti esperti hanno lasciato, altri sono stati demansionati o trasferiti su input del duo Šabeder-Bešič Loredan - e l'ordine non è casuale - perché contrari a presunti, controversi aumenti dei costi progettuali.
Il portale N1 parla anche di un ex funzionario che ha sporto denuncia contro Šabeder alla polizia, rivolgendosi anche alla Commissione anti-corruzione e alla Corte dei Conti per richiamare l'attenzione degli organi competenti su un operato considerato poco trasparente. Inoltre, ricorda il quotidiano Delo, da ministro della Salute Šabeder costrinse alle ferie forzate il suo segretario di Stato, Tomaž Pliberšek, che, ironia della sorte, è colui che lo dovrebbe sostituire.