Il Programma nazionale per la cultura è una promessa mantenuta tramite la quale il governo intende realizzare la visione di una società aperta al contributo culturale di tutte le sue componenti. Quindi quella proposta è un'idea di cultura che va oltre la visione dall'alto verso il basso, come accaduto in passato, perché include anche i contributi dal basso, senza trascurare temi d'attualità quali transizione verde e sostenibilità, intesa come superamento delle condizioni di precarietà di tutte le persone che contribuiscono alla crescita culturale del paese.
E' questo il perimetro entro il quale la ministra Vrečko ha descritto oggi il piano strategico della cultura e quello triennale d'azione, definito necessario per dare concretezza a un piano che altrimenti rimarrebbe tale. Motivo per il quale al documento è accompagnato anche un piano finanziario che garantisce coperture di spesa ai progetti, o meglio alle linee guida elencate in un lavoro definito leggero e agile da Vrečko. Che ha poi elencato un po' di numeri: 12 consultazioni pubbliche, oltre 700 operatori culturali coinvolti, 75 misure concrete, un elenco di 43 investimenti, e più di 800 proposte arrivate tramite il portale del ministero. Tutte prese in considerazione, ha assicurato la ministra, che per concludere ha rivolto un invito per ulteriori osservazioni, suggerimenti e commenti entro l'11 marzo.
In buona sostanza, l'obiettivo principale di questo piano è di svecchiare il panorama culturale sloveno creando connessioni intersettoriali che diano maggior forza a uno dei motori di sviluppo del paese- Lungo tre direttrici: cultura per una società connessa, cultura come bene pubblico e cultura per un futuro sostenibile, grazie a un approccio di vasi comunicanti che metta quindi in connessione le tre macro-aree con bandi innovativi, come ad esempio quelli pilota per l'integrazione tra cultura e sanità o la costruzione di depositi regionali per la protezione dei monumenti culturali.
Valerio Fabbri