Circa un migliaio di persone si sono date appuntamento dinanzi al palazzo di giustizia di Celje dove è in corso il processo che vede imputato il leader SDS, Janez Janša. L'area attorno al tribunale di Celje è stata presidiata da numerosi agenti di polizia, con un ulteriore rafforzamento delle misure di sicurezza all'interno del palazzo di giustizia. Il corteo si è svolto senza incidenti, e i partecipanti hanno esposto nuovamente striscioni in cui esprimevano la loro opinione che il processo fosse una "sentenza politica", che il sistema giudiziario fosse sotto il controllo della "mafia rossa" e che Janez Janša e gli altri imputati fossero innocenti. A udienza terminata, Janez Janša ha detto che "Il processo è stato nuovamente spostato nella sala più piccola, per evitare che ci fosse troppa gente. Ma questa sala ha delle finestre sulla strada, e vi abbiamo sentito, proprio come vi abbiamo sentito a Roška," ha detto ai presenti davanti al tribunale. "Sta arrivando la primavera slovena," ha proseguito, aggiungendo che questa sta iniziando in modo simile a quella prima dell'indipendenza. Janša ha poi puntato il dito contro la giustizia slovena, dicendo che le persone scese in piazza lo hanno fatto per difendere i diritti costituzionali e la libertà di manifestare. In quello che si è poi di fatto trasformato in un minicomizio il leader dell’SDS ha ribadito di voler una Slovenia "senza giudici corrotti" e una nazione in cui prevalga una "cultura della vita", contrastando quella che considera una "cultura della morte" promossa dalla sinistra. Inoltre, ha sottolineato il suo rifiuto delle ideologie che, secondo lui, influenzano l'educazione dei bambini nelle scuole e nei giardini d'infanzia, in particolare quelle legate al "rosso" o all’«arcobaleno”, simbolo di una cultura LGBTQ. Janša ha poi lanciato un appello ai suoi fedeli affinché partecipino in massa alle prossime politiche e di non cedere alle influenze di quelli che ha definito "candidati manciuriani della sinistra" e di evitare i "massoni". Sono intervenuti pure l’ex Ministro in quota SDS, Aleš Hojs e l’ex primo cittadino di Maribor Franc Kangler e i deputati Žan Mahnič e Alenka Helbl.
Dionizij Botter