Un segnale politico forte quello emerso dall'esito referendario, il quale si è contraddistinto da una inusuale partecipazione molto alta, considerando anche la bellissima giornata di sole. Il premier Janez Janša non ne fa un dramma, almeno in base a quanto pubblicato via Twitter, mentre in base aa quanto riferito da radio Slovenia avrebbe aggiunto che “Nessun governo è mai caduto in seguito ad un referendum”, “è difficile aspettarci miracoli con i monopoli mass mediatici” ha scritto inoltre Janša ringraziando tutti le persone che si sono recate ai seggi; i colleghi di coalizione dalle file di Nuova Slovenia si sono detti invece rammaricati aggiungendo che la volontà dell’elettorato va rispettata. Soddisfatti i promotori dell’iniziativa referendaria. "La tutela dell'ambiente è un valore che unisce la gente" ha detto la presidente dell'Istituto 8 marzo, Nika Kovač. “Il voto è stato espresso in seguito alle posizioni dagli esperti, dalle organizzazioni ambientaliste costantemente trascurate dal governo” ha detto la Kovač “E’ un voto di grande speranza, contro la limitazione dei diritti democratici e per il bene comune”.
I partiti di opposizione vedono nel voto di ieri la conferma della crescente sfiducia nel governo in carica. Secondo l’opposizione il risultato è un chiaro voto di sfiducia all’operato del governo “l’insoddisfazione è grande e le persone vogliono il cambiamento” è stato il commento del leader degli SD, Tanja Fajon. Secondo il coordinatore della Sinistra-Levica, Luka Mesec, Marjan Šarec dell’omonima lista e Jernej Pavlič del Partito Alenka Bratušek sarebbe opportuno andare al voto anticipato, “è un chiaro messaggio che questo governo non gode più della fiducia degli elettori” sostengono. Secondo il Ministro dell’ambiente, Andrej Vizjak è stato un voto motivato dai sentimenti “mi dispiace che l’acqua venga strumentalizzata a fini politici, non dovrebbe esserci spazio per la politica” ha affermato il Ministro annunciando che continuerà a lavorare per la tutela dell’ambiente.
A votare pure il Presidente della Repubblica, Borut Pahor il quale ha detto che non è un voto pro o contro l’esecutivo, precedentemente Pahor aveva ammesso di aver votato contro la proposta di legge. La decisone è stata maturata dopo una serie di consultazioni con gli esperti, i quali avevano evidenziato che la normativa presenta troppe lacune ed è eccessivamente soggetta ad interpretazioni diverse. Non vi sarebbe poi stato nemmeno un adeguato dibattito pubblico, ha spiegato Pahor. Secondo il direttore della Commissione elettorale centrale, Dušan Vučko grazie all’alta affluenza alle urne il referendum ne guadagna indubbiamente in legittimità, “mi è sembrato di vedere molti giovani, questo dato verrà sicuramente analizzato nei prossimi giorni”.
Dionizij Botter