Entro la fine di novembre, dunque, i cittadini saranno chiamati alle urne per un progetto di fondamentale importanza per il futuro energetico del Paese. Il Parlamento, con una decisione presa a maggio, ha infatti avviato la richiesta di referendum consultivo sulla realizzazione di un secondo reattore nucleare nella centrale di Krško. Sebbene il termine esatto del voto non sia ancora stata ufficializzato, le ultime indiscrezioni indicano il 24 novembre come data più probabile. Come è stato chiarito dall’ufficio per le pubbliche relazioni, l'iter procedurale prevede che la Camera di Stato emani un decreto di convocazione. Nel frattempo, il Comitato parlamentare per le infrastrutture, presieduto dalla deputata del Movimento Libertà Nataša Avšič Bogovič, si sta occupando della stesura del documento ufficiale. La bozza dovrebbe essere discussa nel corso della prossima settimana. Il decreto, oltre a definire la natura del referendum, formulerà in modo chiaro e preciso la domanda alla quale i cittadini dovranno rispondere e che dovrebbe recitare così: “Siete favorevoli con la costruzione del progetto Jek 2, che, unitamente ad altre fonti a basse emissioni di carbonio, assicurerà una fornitura elettrica stabile?” Tuttavia, il progetto sul raddoppiamento della centrale ha scatenato un acceso dibattito: da un lato, i promotori dell’iniziativa, che ricordiamo fanno parte del Movimento Libertà, del Partito Democratico, di Nuova Slovenia e dei Social democratici sottolineano l'importanza strategica di questa infrastruttura per garantire un approvvigionamento energetico stabile, conveniente e autosufficiente. Dall'altro, i critici mettono in luce i rischi connessi all'investimento, come l'onere economico per i cittadini, la gestione delle scorie nucleari e la vulnerabilità sismica dell'impianto.
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