Foto: BoBo
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I deputati della Sinistra sono convinti che la risoluzione sullo sviluppo e l'equipaggiamento delle Forze armate entro il 2035 sia sbagliata e che il governo non abbia assolutamente il consenso sociale per questo genere di piani. La risoluzione mirerebbe principalmente alla cooperazione nell'ambito della NATO e all'acquisto di nuove armi, di cui - sempre secondo la Sinistra - la Slovenia non ha affatto bisogno.
Come ha spiegato il deputato Miha Kordiš, dalle file della Sinistra, la risoluzione è problematica per diversi motivi, a partire dai mezzi finanziari previsti per le Forze armate, di cui una notevole percentuale - ovvero oltre cinque miliardi di euro - sarebbe destinata all'acquisto di armi. La risoluzione inoltre prevede un aumento graduale della partecipazione alle missioni militari all'estero. Krodiš ritiene che la risoluzione porti ad una militarizzazione della società; infatti, aprirebbe la porta ad un'eventuale reintroduzione della leva militare. La Sinistra, per questo motivo, ritiene che riguardo questioni del genere dovrebbero essere interpellati anche i cittadini, ciononostante il partito non è riuscito a convincere gli altri gruppi parlamentari sull'importanza di una consultazione referendaria.
La coalizione è convinta infatti che il referendum proposto dalla Sinistra sarebbe in contrasto con gli interessi nazionali nel campo della Difesa, ma anche con gli obblighi internazionali della Slovenia e con i documenti strategici di base. Secondo il Segretario di Stato presso il Ministero della Difesa, Uroš Lampret, il referendum inciderebbe radicalmente sulla credibilità della Slovenia come membro dell'Alleanza Atlantica. Inoltre - secondo la coalizione - il quesito referendario è poco chiaro e fuorviante.


E. P.