L'ascesa verticale dei costi dell'energia preoccupa il mondo produttivo, colpendo in modo trasverale sia le grandi aziende che i piccoli produttori. Il Gruppo sloveno dei produttori metallurgici Sij, che impiega poco meno di 4000 persone negli impianti produttivi dell'Alta Carniola nel quale è presente capitale russo, ha reso noto oggi che a partire da questo mese ridurrà la produzione di acciaio di circa il 40% per contenere gli alti costi, anche in un panorama di incertezza generalizzata che incide sul portafoglio ordini. La dirigenza del gruppo ha detto che i costi di produzione non possono più essere bilanciati dai prezzi di vendita, come accaduto nella prima parte dell'anno. Di qui l'appello al governo, cui è stato chiesto di mantenere la promessa di un intervento per aiutare le aziende ad alta intensità energetica nei prossimi mesi e nel prossimo anno. E sempre al governo di Lubiana si sono rivolti artigiani e piccoli imprenditori, che hanno visto le bollette energetiche crescere di oltre dieci volte, rispetto ai 56 euro per megawattore pagati un anno fa. L'associazione di rappresentanza della piccola impresa ha chiesto prezzi calmierati intorno ai 150 euro per megawattore, in caso contrario molte attività come bar e ristoranti dovranno chiudere, con il conseguente aumento dei sussidi di disoccupazione.
Valerio Fabbri