Dopo una pausa estiva caratterizzata comunque da una serie di schermaglie politiche e dalle prime avvisaglie della campagna elettorale per le elezioni presidenziali, la politica con oggi entra nel vivo. Formalmente i lavori parlamentari sono ripresi il primo settembre, ma solo questa settimana i deputati torneranno tra i banchi del parlamento. Tra i temi più caldi quello in programma venerdì al Comitato interni dove si discuterà della tutela del confine di Schengen. A detta del partito Democratico è necessario porre freno ai passaggi illegali della frontiera tra Slovenia e Croazia. Per gli uomini di Janša, le statistiche degli ultimi sette mesi sarebbero preoccupanti e pertanto governo e ministero dell'Interno dovrebbero di agire di conseguenza per far fronte al fenomeno.
Tra i vari provvedimenti che l'SDS vorrebbe fossero presi anche quello dell'immediato stop alla rimozione del filo spinato tra i due paesi, destinando mezzi e uomini impiegati per questa operazione per tutelare il confine. La rimozione del filo spinato è iniziata il 15 luglio scorso. Il ministro Tatjana Bobnar aveva rilevato che questa misura, voluta dal governo di centrosinistra di Miro Cerar, era sproporzionata e che il confine verrà tutelato con altri mezzi. Venerdì, nel parlare della nuova politica verso i migranti della Slovenia ha ribadito che la rimozione delle barriere al confine non è destinata a fermarsi.
Il paese intanto è alle prese con il nodo energia e il governo sta cercando di correre ai ripari. Oggi previsto un incontro alla Camera di Commercio per parlare della situazione e per valutare le misure necessarie. Insieme a al premier Robert Golob ci saranno anche il ministro dell'economia Matjaž Han, quello dell'infrastruttura Bojan Kumer e quello delle finanze Boštjan Klemenčič, dall'altra parte i rappresentanti dei datori di lavoro e delle organizzazioni di categoria.
Il governo intanto ha approntato un provvedimento che prevede 40 milioni di euro di aiuti per far fronte al caro corrente. Un intervento, ha precisato Golob, studiato per risolvere i problemi che si sono manifestati quest'anno. Nel 2023 la crisi invece colpirà praticamente tutto il comparto economico e si valuta che sarà necessario stanziare almeno un miliardo di euro.
Stefano Lusa