Il primo punto della prima riunione del nuovo governo sarà la lotta al coronavirus. Il nuovo esecutivo probabilmente entrerà in carica già domani ed istituirà immediatamente un comitato di crisi per fronteggiare l’emergenza. Possibile quindi un pacchetto di ulteriori interventi. Il premier Janez Janša ha ribadito di condividere la posizione degli infettivologi, secondo cui sarebbe necessario sospendere la vita pubblica nel paese. Janša ha chiesto ai cittadini a rispttare le misure prese, ha invitato tutti i genitori che possono farlo a tenere i bambini a casa sin da subito ed ha auspicato l’introduzione dello smart working laddove è possibile. Un appello ai mass-media per la diffusione di informazioni utili per evitare il contagio e al comparto sanitario per arrivare alla cancellazione di tutte le visite non urgenti. Per il premier il sistema sanitario ora è messo alla prova e vanno intensificati gli sforzi per potenziarlo. Ipotizzato che i contagiati che non si trovano in situazioni critiche possano essere trasferiti in altre strutture come caserme, alberghi o case dello studente. Il capo del governo ha chiesto che vengano cancellate tutte le manifestazioni, gare sportive comprese, e ha auspicato che i gestori del locali mattano in primo piano la salute dei cittadini. Al momento non è ancora ipotizzabile la chiusura dei centri commerciali, mentre i cittadini sono stati invitati a non accumulare scorte eccessive. Possibile una limitazione del traffico merci come stanno facendo in Croazia e Serbia.
Non sono mancate nemmeno una serie di frecciate all’indirizzo del governo uscente e dei suoi interventi per far fronte all’epidemia, che sarebbero stati fumosi e sarebbero arrivati in ritardo. In ogni modo Janša ha ribadito che il suo obbiettivo è di evitare che si ripeta in Slovenia lo scenario italiano. Il prossimo ministro della difesa, Matej Tonin, ha già messo a disposizione gli ospedali da campo dell’esercito, che potrebbero garantire ulteriori 300 posti letto. Ipotizzata anche l’idea destinare la struttura di Punta Grossa per l’isolamento di coloro che non hanno spazi adeguati a casa loro.
Stefano Lusa