Cruciale garantire a Capodistria una fonte idrica alternativa, ha detto Marjan Šarec, il progetto è in corso, va realizzato quanto prima. Sappiamo che i comuni del Carso sono contrari al bacino idrografico di Padež, ma non possiamo rischiare, che il Litorale, che come regione si sente trascurata da Lubiana-ha detto, resti senza acqua potabile, i comuni istriani dovranno cercare un compromesso con la controparte.
Alla Camera di Commercio si è parlato dell' importanza strategica della realizzazione del secondo binario per lo sviluppo del Porto di Capodistria. Senza questo progetto lo scalo, secondo l'ex premier, rischia di essere tagliato fuori dalla concorrenza. Šarec si è detto contrario all'ingresso di capitale straniero nei progetti portuali, NO alla concessione all'Ungheria, la Slovenia perderebbe molto in questo partenariato. Vanno cercate altre fonti di finanziamento.
Per Šarec è necessario inoltre concludere quanto prima il processo di regionalizzazione. Da 30 anni si parla di decentralizzare la Slovenia, servono provincie autonome, stiamo perdendo troppe occasioni anche nel recepimento dei fondi europei, ha proseguito. La Lista Marjan Šarec, ha proseguito, è dell'idea che la soluzione ideale sarebbe avere quante meno regioni, forse tante quanto sono le diocesi del paese, ovvero 6, e una regione unica tra Capodistria e Nova Gorica, tesi questa sostenuta anche dalla Camera di Commercio.
L'incontro con i membi locali del partito si sarebbe dovuto tenere a Maresego, ma i piani sono cambiati all'ultimo. Sarebbe stato inamissibile riunirci nello stesso luogo dove sabato si è svolto il raduno del partito democratico, un gesto chiaramente provocatorio perchè è stato volutamente violato un luogo simbolo della rivolta antifascista con uno schieramento esagerato di agenti di polizia in tenuta antissommossa, sfruttati per fini politica. Una cosa inaccettabile, ha concluso il leader di LMŠ, partito di opposizione in Parlamento.