Schallenberg in questo momento non vede alternative ai controlli lungo il confine tra i due paesi, lasciando comunque aperta la possibilità del dialogo per trovare una soluzione affinché la situazione possa tornare come era prima del 2015.
D'altro canto, la Fajon ha detto di non vedere motivi validi per continuare con i controlli ai confini. Come ricordiamo l'Austria ha deciso di ripristinare i controlli in seguito alla crisi migratoria del 2015 sia ai confini con la Slovenia che con quelli ungheresi, la misura è stata prorogata da Vienna con l'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Tra i temi che vedono i due paesi su posizioni contrapposte vi è pure quello dell'energia nucleare, Schallenberg a proposito ha ribadito la contrarietà di Vienna alla centrale termonucleare di Krško "Mi rendo conto che l'abbandono del nucleare non rientra nei piani sloveni, ma desidero che i due paesi continuino a portare avanti il discorso a beneficio di tutti" ha detto. Per quanto riguarda la situazione in Ucraina i due hanno parlato della possibilità di collaborare nella ricostruzione del paese, sui Balcani occidentali invece entrambi si sono detti d'accordo nell'appoggiare i paesi che desiderano entrare nell'Ue.
Il Ministro degli esteri Alexander Schallenberg ha incontrato anche il premier, Robert Golob; i due hanno discusso dei temi d'attualità a livello europeo, tra i quali quello energetico e dei rapporti bilaterali, ma anche della rimozione dei controlli al confine. I due hanno parlato anche dell'approvvigionamento di fonti di gas alternative e hanno valutato le possibilità di ampliamento del potenziale del terminale di gas sull'isola croata di Veglia e a quello di Rovigo in Italia. Il Ministro austriaco ha incontrato anche il Presidente della repubblica, Borut Pahor.
Dionizij Botter