"Un provvedimento ingiustificato e eccessivo". Cosi il Ministro dell'Interno sloveno, Boštjan Poklukar, commenta la decisione dell'Austria di prorogare i controlli alle frontiere in funzione antimigranti. La Slovenia, dice Poklukar, tutela in maniera efficace i confini esterni di Schengen, pertanto non sussistono motivi validi per questo passo. Ricordiamo che il Ministro dell'Interno austriaco, Herbert Kickl, ha annunciato la decisione in una lettera alla commissione europea; riguarda anche la frontiera con l'Ungheria. Una proroga motivata con il fatto che il numero dei migranti clandestini rimane troppo alto; c'è inoltre una latente minaccia terroristica, per il possibile rientro dei "foreign fighters" dai campi di battaglia in Siria e Iraq.
Lubiana contesta da tempo il ripristino dei controlli lungo la frontiera austriaco-slovena. Lo conferma anche l'esiguo numero di clandestini riconsegnati dalle autorità del vicino paese. Nei primi tre mesi del 2019, secondo dati del Ministero dell'Interno, sono stati 15 in tutto. "La sorveglianza dei confini Schengen è la nostra priorità", ha ribadito Poklukar, dicendo di non essere stato avvertito dal collega austriaco di quest'ultima decisione. "Tutti sappiamo benissimo cosa sta attualmente succedendo nei Balcani occidentali, soprattutto in Grecia e Macedonia del Nord", ha avvertito Poklukar, "le migrazioni sono in aumento, pertanto siamo pronti ad una collaborazione congiunta, che riguardi sia i paesi dell'area balcanica, sia gli altri, Austria inclusa".
Oltre all'Austria anche Germania, Francia, Danimarca, Svezia e Norvegia controllano già dal 2015 le frontiere interne dell'area Schengen, adducendo motivi di sicurezza per fronteggiare l'emergenza migratoria, in quanto i confini esterni non sarebbero sufficientemente protetti.
Delio Dessardo