La parte governativa ha invitato il Sindacato dei medici e dei dentisti a prendere parte alle trattative sulla riforma salariale e l'eliminazione delle disparità salariali per lo schema retributivo nel settore sanitario e quello della sicurezza sociale, il Fides però ha rifiutato. Ritiene infatti che questo genere di negoziati potrebbero essere presi in considerazione solo quando l'accordo con il governo sulle richieste di sciopero sarà già raggiunto. Il Sindacato ha avvertito di non aver ricevuto finora le garanzie e le promesse necessarie da parte del governo che portino ad una soluzione delle richieste di sciopero, è però pronto a continuare a trattare. "Le nostre richieste di sciopero, oltre alle integrazioni al contratto collettivo per medici e dentisti, si basano anche sui punti di partenza fondamentali per le trattative sugli schemi retributivi speciali", ha spiegato il Fides.
Nel caso in cui però la parte governativa non si presenti all'incontro a cui è stata invitata dal Sindacato dei medici e dei dentisti, e partecipi invece alle trattative per lo schema retributivo nel settore sanitario e quello della sicurezza sociale, questo sarà percepito come un messaggio chiaro da parte dell'esecutivo, ovvero che non ha serie intenzioni di trovare una soluzione riguardo le richieste di sciopero. "Il Fides insiste sull'orario e sul luogo della ripresa dei negoziati proposti al governo subito dopo la fine delle ultime trattative, il 24 gennaio", ha scritto il Sindacato in una nota. D’altra parte, il governo afferma che le trattative sugli schemi retributivi speciali sono state convocate prima che il Fides abbia proposto la nuova data per la ripresa dei negoziati sulle richieste di sciopero di medici e dentisti.
Per il momento non è chiaro quindi quando riprenderanno le trattative tra il governo ed il Fides. L’esecutivo ha spiegato intanto di aver deciso di convocare i negoziati sugli schemi retributivi speciali per la sanità e la sicurezza sociale prima rispetto alle altre categorie proprio per via dello sciopero di medici e dentisti. Al contempo insiste sul fatto che soluzioni con effetti finanziari immediati per una singola categoria non sono accettabili e che la riforma del sistema salariale nel settore pubblico può essere attuata solo in modo globale, quindi per tutti i settori allo stesso tempo.
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