Foto: BoBo
Foto: BoBo

Dalle parole ai fatti, è iniziata oggi la cavalcata per la raccolta delle firme che, negli auspici dell'opposizione, dovrebbe portare alla spallata definitiva nei confronti del governo, e quindi a eleioni anticipate. Lo aveva detto ieri in piazza, proprio davanti ai pensionati, il leader del Partito democratico sloveno Janša e lo ha ribadito oggi il giovane deputato SDS Andrej Hoivik: non si tratta delle poche centinaia di migliaia di euro che, secondo i proponenti, andranno distribuite fra gli artisti in pensione che hanno raggiunto meriti eccezionali e dato quindi lustro al paese. Al contrario, si tratta di essere rispettosi della cultura di tutti, per questo non bisogna premiare pochi privilegiati. E in questa contrapposizione ideale va sottolineato che la proposta legislativa è stata avanzata dai deputati di Sinistra/Levica, terminale parlamentare di un'ampia fetta del mondo della cultura riconducibile proprio a quell'area. E dalla quale gli elettori dell'SDS, così come le migliaia di pensionati che erano ieri in piazza a Lubiana, non si sentono rappresentati.
Già quando l'iniziativa era stata presentata il 6 febbraio Hoivik aveva detto di poter contare su 8.700 firme. Da oggi c'è tempo fino al 26 marzo per superare quota 40 mila, il numero necessario per poi depositare le firme in parlamento e avviare l'iter che, entro sette giorni, dovrebbe avviare i meccanismi per calendarizzare il referendum e la relativa campagna. Secondo alcune ipotesi il voto dovrebbe svolgersi a metà maggio, ma per pesare davvero sarà necessaria una partecipazione massiccia, per questo Janša e i suoi hanno movimentato la base del partito e gli attivisti, in modo da continuare a surfare sull'onda favorevole alle istanze conservatrici.

Valerio Fabbri