"La seconda ondata dell'epidemia Covid 19 in Slovenia è già iniziata". Parole del direttore dell'istituto nazionale di salute pubblica, Milan Krek, a TV Slovenia. "In questo momento siamo nella fase in cui si spera di raggiungere presto il picco, passando poi ad una stabilizzazione dei casi di positività nei prossimi giorni, quindi arrivare successivamente ad una discesa della curva, se nel frattempo non si presenterà qualche complicazione", così ancora Krek. Venerdì, lo ricordiamo, in Slovenia sono stati confermati 34 nuovi contagi a fronte di 1.159 test del tempone effettuati, il numero più alto di casi di positività degli ultimi tre mesi. Il maggior numero di contagi, ben sette, nel Comune di Velenje, cinque a Hrastnik, dove tra i contagiati figura una dipendente della locale casa di riposo, tre a Cerknica e a Lubiana. Due i casi anche a Capodistria.
Tra i contagiati a Velenje, quattro dipendenti della società Gorenje, erano già tutti a casa con sintomi blandi della malattia, ora confermata. Quarantena preventiva per 25 loro colleghi di lavoro, per il momento nessuno con sintomi sospetti. "Non si tratta comunque di un nuovo focolaio", dice il portavoce del governo per la gestione della crisi, Jelko Kacin, "i rischi principali in questa fase derivano dalle feste private, dove si viola il divieto di assembramento; questa volta è il caso Hrastnik, come successo giorni fa a Cerknica". Nell'ultima settimana sono stati confermati 148 contagi, da inizio luglio sono 215. Per un confronto, basti ricordare che in tutto il mese di giugno i test positivi erano stati 139, a maggio 39. Il picco massimo si era registrato a marzo, con 841, poi aprile, con 593.
Non si tratta più di un problema esclusivamente medico, ha avvertito Kacin, è necessario un lavoro aggiuntivo degli epidemiologi dell'istituto nazionale di salute pubblica per scoprire nel più breve tempo possibile il maggior numero di persone venute in contatto con i contagiati. Milan Krek ha spiegato che è stata costituita una task force aggiuntiva, 40 effettivi, pronta a lavorare in questo campo, sono a disposizione anche studenti come supporto nella ricerca delle persone potenzialmente a rischio contagio.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO
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