Sette poliziotti feriti e nove arrestati, questo il bilancio della guerriglia urbane andata in scena a Lubiana, nel corso di una manifestazione di protesta contro il Green pass. Il raduno, iniziato verso le 18 è proseguito senza incidenti sino a poco prima delle venti, quando sono cominciate a volare bottiglie, sanpietrini e razzi all’indirizzo della polizia e del parlamento. Danneggiata la facciata dell’edificio, l’ingresso e vetri in frantumi. Nel corso della manifestazione sono stati anche incendiati cassonetti.
Le forze dell’ordine hanno sparato lacrimogeni ed hanno usato gli idranti per disperdere la folla. Secondo la polizia ad essere scese in piazza sono state 8000 persone, per gli organizzatori erano 30.000. Gli inquirenti stanno indagando per capire se gli scontri sono stati organizzati di proposito. Sta di fatto, che da un certo punto in poi, il gruppo di facinorosi ha cominciato ad assumere sempre più i comportamenti tipici degli ultras allo stadio. L’organizzatore della protesta Zoran Stevanović ha preso le distanze dall'accaduto ed ha addirittura parlato di infiltrati.
Immediato l’appello alla calma del capo dello stato, Borut Pahor, che ha sottolineato che tutte le opinioni “si possono esprimere in maniera libera, ma solamente in modo civile e pacifico”. Il presidente della Camera di Stato, Igor Zorčič ha precisato che il parlamento è il simbolo della democrazia. Il ministro dell’Interno Aleš Hojs, invece, ha nuovamente puntato il dito su quelli che oramai da tempo chiama i “fascisti di sinistra”. Scaricare le colpe sugli altri - gli ha risposto a stretto giro Luka Mesec, leader della Sinistra - è il modo con cui operano i politici con tendenze autoritarie. Intanto il capogruppo del Partito del Centro Moderno, Gregor Perič ha rincarato la dose precisando che Socialdemocratici e Sinistra, avrebbero abbandonato il parlamento poco prima degli incidenti. Secondo Jerenj Pavlin del Partito di Alenka Bratušek, gli scontri sarebbero iniziati, quando tra i pacifici manifestanti sarebbero comparse una serie di persone mascherate e con sassi in mano. Mojca Škrinjar dei democratici, ha bollato quanto accaduto come un attacco alla democrazia. Dal partito dei pensionati hanno precisato che la manifestazione non è stata altro che un tentativo di portare divisioni e sfiducia nella società proprio mentre è in corso una delle più grandi crisi sanitarie che il paese ha mai conosciuto. Per l’ex premier Marjan Šarec si è arrivati a questo punto anche a causa dell'atteggiamento del governo e della sua incapacità comunicativa. Proprio per questo sarebbe necessario andare quanto prima al voto. Jožef Horvat di Nuova Slovenia, invece, ha giudicato gli scontri come un affronto nei confronti di coloro che hanno perso i loro cari a causa del Covid.
Stefano Lusa