L’unico porto del Paese e l'intera logistica slovena si ritrovano ad affrontare diverse sfide. Dal covid-19 ai ritardi nelle catene di approvvigionamento, all'aumento dei prezzi dei prodotti energetici, fino all’occupazione delle aree di stoccaggio. “Attualmente la clientela cerca, innanzitutto, l’affidabilità, nonostante sia venuto a mancare il fattore della prevedibilità e si improvvisa in base ai bisogni. Se un tempo i ritardi si misuravano in minuti e ore, ora l’unità di misura sono i giorni, spesso dieci e più”, ha rilevato Andrej Cah, consulente del consiglio di amministrazione della “Luka Koper”.
Gracijan Necmeskal, presidente dell'Associazione delle agenzie marittime della Slovenia, ha evidenziato l'impatto della situazione in Asia, da dove proviene la maggior parte dei container destinati a Capodistria e annunciato un ulteriore aumento di navi all’ancoraggio. A mettere i bastoni tra le ruote alla spedizione rapida delle merci, c’è anche l’infrastruttura ferroviaria. Il conflitto in Ucraina, invece, accresce l’interesse degli spedizionieri rumeni e bulgari verso l’Adriatico settentrionale anziché il Mar Nero. In prospettiva di un periodo di recessione, così Cah, ci si prepara ad affrontarlo come nel 2008. Il porto di Capodistria festeggia oggi i suoi 65 anni di attività con la giornata delle porte aperte, un’occasione per ammirarlo via mare, da terra in autobus o in biciletta. I posti disponibili sono stati prenotati in un batter d’occhio, il programma d’intrattenimento, invece, si svolge al terminal passeggeri.