Foto: MMC RTV SLO
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A pochi giorni dal referendum sulla legge sul secondo binario Capodistria-Divaccia si susseguono le iniziative pubbliche dove i due schieramenti, quelli dei pro e contro espongono le rispettive posizioni. Ieri il confronto su Tv Slovenia. La Legge sin dalla sua approvazione e successiva conferma in Parlamento ha alimentato il dibattito nel mondo politico, economico, coinvolgendo l'opinione pubblica. Favorevoli e contrari alla legge concordano comunque su un punto: la Slovenia ha urgente bisogno del secondo binario. Vili Kovačič a capo del fronte dei No, promotore del referendum, ha respinto le accuse mosse riguardanti l’inutilità del referendum e il conseguente spreco di denaro pubblico, spiegando che il progetto poteva essere realizzato anche senza un’apposita legge. L’attuale progetto è paragonabile ad un altro progetto controverso, il Teš6, ha detto Kovačič, ribadendo che il governo non ha dato ascolto alle proposte alternative che non prevedono circa 10 chilometri di tunnel sotterranei. Il premier uscente Miro Cerar del Smc, promotore del progetto continua a ribadire che il tema viene strumentalizzato a scopi politici, la proposta consente la realizzazione di un doppio binario e il controllo da parte della società civile, sostiene il premier uscente. Il progetto viene appoggiato dall’Unione Europea, la Commissione Ue e dalla Banca Europea per gli investimenti, dice Cerar, sottolineando che il tempo a disposizione non ce più e il rischio di perdere i fondi europei si fa reale. Il Presidente amministrativo del Porto di Capodistria, Dimitrij Zadel ha invece detto che la costruzione del secondo binario è di vitale importanza per il porto e numerosi partner hanno già ventilato l'idea di cercare altri partner strategici dell’area. Janko Veber del partito Sloga ha detto che si tratta di una catastrofe per l’economia slovena e non è comprensibile la decisione di inglobare nel progetto l’Ungheria.