Foto: BoBo
Foto: BoBo

Dopo la disputa di venerdì nello studio ovale della Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il suo vice, J.D. Vance, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, la presidente Nataša Pirc Musar ha dichiarato che nessuno merita una tale umiliazione. In un messaggio pubblicato sul suo profilo X, Pirc Musar ha rilanciato sottolineando l'importanza di una risposta unitaria dell'Unione europea, per poi concludere che la Slovenia non accetterà che l'aggressore venga ricompensato e la vittima punita. Il suo post ha superato le 5 milioni di visualizzazioni e ricevuto migliaia di commenti, fra i quali quello di Richard Grenell, consigliere di Trump e già ambasciatore in Germania. Grenell ha criticato la Slovenia perché è tra i paesi della NATO che stanziano meno fondi per la difesa. Vicino alle dichiarazioni di Pirc Musar la ministra degli Esteri, Tanja Fajon, e sulla carta anche Golob, la cui posizione è però più scomoda. Il suo sbandierato filo diretto con Emmanuel Macron finora gli è valso a poco, sul dossier Ucraina e non solo, la distanza con Pirc Musar su tutti i dossier è un segreto malcelato. Secondo alcune ricostruzioni, la sua difficoltà è frutto anche di pressioni di quelle che vengono considerate eminenze grigie della politica slovena, con posizioni tradizionalmente sensibili alla Russia. In base ad alcune ricostruzioni, Milan Kučan, Danilo Türk e Zoran Janković da tempo farebbero pressioni su Golob per abbandonare la posizione filo-ucraina dell'Unione europea e sostenere l'accordo tra Trump e Putin, dato ormai per fatto dai tre. A questo si aggiunge anche un diffuso anti-militarismo nella società, interpretato dal partito extra-parlamentare Resni.ca, contrario fin dall’inizio all’invio di armi in Ucraina. Con una lettera all’ambasciata statunitense a Lubiana, Resni.ca ha proposto di ospitare in Slovenia un incontro di pace Trump-Putin, memore del famoso vertice del 2001 a Brdo presso Kranj fra Putin e l’allora inquilino della Casa Bianca George Bush, che proprio in quell’occasione disse di essere riuscito a vedere nell’anima del presidente russo.

Valerio Fabbri