La Banca di Slovenia segnala, nel suo ultimo rapporto, una leggera stagnazione della produttività nel Paese nel primo semestre. Rispetto ai Paesi comunitari la Slovenia è ancora per un buon 20 per cento al di sotto della media (UE). La Banca centrale, tiene a precisare, che per rilanciarla ossia per aumentare la produttività si dovrebbe adottare misure più incisive di politica economica. I modelli di analisi in materia pongono la Slovenia sui livelli di crescita del periodo precrisi ovvero del periodo che va dal 1993 al 2005. Durante questo lasso di tempo alla crescita economica ha contribuito in particolare la maggiore produttività del lavoro. Attualmente la crescita del PIL, è stata trainata dalla domanda estera, dalle esportazioni, mentre quella interna ha fornito un contributo minore. Sul piano interno, l'apporto dei consumi privati è stato tutto sommato positivo mentre quello degli investimenti ristagna. Sempre di segno negativo la produttività che è correlata al prodotto interno lordo, e la si deve in gran parte alle contrattazioni salariali del resto anche alla base delle vertenze in corso non solo nel settore pubblico. Come rileva uno studio dell'Istituto nazionale di analisi macroeconomiche e lo sviluppo (UMAR) con una corretta politica del mercato del lavoro, una maggiore flessibilità negli aumenti della spesa pubblica, in materia di ricerca e istruzione, una mirata liberalizzazione del mercato del lavoro, ossia in una strategia basata su presenza "concreta" dello Stato, si riuscirà a generare occupazione e crescita duratura della produttività, il vero motore dello sviluppo di un Paese.