Alla fine, ha dovuto chiedere aiuto al pronto soccorso è la prima volta che accade nella sua lunga carriera. È da più di cinquant’anni che Tone Stojko, fotografa tutte le manifestazioni di piazza avvenute in Slovenia e dintorni. Mercoledì sera era nuovamente lì a raccontare quello che stava accadendo. Gli ultimi due scatti sono quelli di un cordone di polizia e dello spray al peperoncino che arriva verso la sua macchina fotografica. Per il reporter il poliziotto lo ha fatto consapevolmente. Immediata la condanna dell’Associazione dei giornalisti, in cui si rileva come le forze dell’ordine dovrebbero tutelare il lavoro dei fotoreporter e dei giornalisti in genere. Sta di fatto che mercoledì sera più giornalisti, cameramen e fotografi si sono trovati tra i manifestanti che lanciavano bottiglie, pietre e razzi e la polizia, in assetto antisommossa, che rispondeva con gli idranti e lo spray al peperoncino. Non sono mancate le contestazioni nemmeno al loro indirizzo, tanto che una delle troupe televisive si è vista arrivare uno sputo sulla telecamera. Dalla polizia negano che lo spray fosse stato indirizzato proprio a Stojko. Avevamo intimato alle persone di abbandonare la piazza- precisano le forze dell’ordine- e quando entriamo in azione non è possibile verificare l’identità di chi ci troviamo di fronte. Forse, per i reporter che raccontano le proteste, sono cambiati i tempi. Il 5 novembre scorso, un altro noto fotoreporter, Borut Živulović, era finito all’ospedale privo di conoscenza, con fratture ed ecchimosi, dopo che nel corso di un'altra protesta violenta era stato brutalmente malmenato dai manifestanti.
Stefano Lusa