Il comitato interni del Parlamento sloveno ha dato luce verde agli emendamenti alla leggi riguardanti la presenza degli stranieri in Slovenia e quella specifica che regola il diritto d'asilo. La prima introduce una serie di condizioni più restrittive in tema di proroga del permesso di soggiorno. Tra queste dimostrare di avere un reddito minimo, l'obbligo di imparare la lingua slovena a livelli sempre superiori man mano che si passa dalla prima alle successive richieste di proroga. Per quanto riguarda il ricongiungimento con la famiglia, secondo il nuovo testo normativo questo sarà possibile dopo un periodo di soggiorno in Slovenia dello straniero di due anni, mentre per i congiunti di coloro che otterranno lo status di rifugiato questo periodo di attesa non sarà necessario.
Gli emendamenti approvati ieri sera dal Comitato Interni della camera di stato rendono più difficile ottenere il diritto di asilo. "L'80% per cento dei migranti che ne fanno richiesta lasciano la Slovenia e si recano in altri Paesi occidentali ancor prima di presentarsi al colloquio con l'ufficio preposto" ha spiegato il Ministro degli interni Aleš Hojs, secondo il quale gran parte dei migranti arriva da Paesi sicuri e soprattutto per ragioni economiche. Secondo l'opposizione questo irrigidimento non è necessario poichè il numero di richieste per la protezione internazionale non sta aumentando. Nataša Sukič della Sinistra denuncia in parrticolare che la polizia non ha sufficienti competenze per stabilire se qualcuno soddisfa o meno le condizioni per l'asilo. (a.c.)
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