Foto: Televizija Slovenija
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Tanja Fajon, a capo dell'SD, ha presentato a Maribor il piano d'azione del Partito Socialdemocratico per la soluzione alla crisi dovuta all'aumento dei prezzi dei generi alimentari base, dei prodotti energetici e delle materie prime. L'SD si dice interessato alla regolamentazione del mercato dell'energia elettrica e propone di determinare un prezzo massimo per l’elettricità nonché un controllo sui prezzi per tutta la catena alimentare. "Abbiamo preparato un piano per aiutare le persone, l'economia, la Slovenia", ha detto Tanja Fajon. "In questo modo rispondiamo alle questioni più importanti su come garantire l'approvvigionamento energetico, materie prime, cibo e denaro", ha aggiunto.
La Lista Boris Popovič ha presentato ricorso alla Corte costituzionale per le condizioni discriminatorie che riguardano la presentazione del suo programma elettorale come anche della gran parte delle formazioni extraparlamentari, per lo spazio limitato che viene concesso alle formazioni extraparlamentari durante la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche, che si terranno il 24 aprile. I partiti parlamentari, secondo la Lista Popovič, godono di un vantaggio di partenza. "Le elezioni non sono democratiche, la Slovenia non lo è, se non partecipano ai confronti tutti coloro che sono in corsa per un seggio alla Camera", ha detto Popovič.
Il partito Vesna ha intanto richiamato l'attenzione sui problemi delle aree funzionali della capitale, che secondo la legge Jazbinšek, appartengono ai cittadini e non al Comune di Lubiana. Vesna ritiene che invece di espandere le aree verdi nei centri urbani in Slovenia, queste vengono ridotte. Lo afferma Urša Zgojnik, a capo del Partito dei Verdi, che sottolinea l'importanza delle aree verdi, che influiscono sulla qualità della vita e la salute dei cittadini.
L'Istituto 8 marzo, intanto, ha riferito che - con la raccolta di firme a sostegno della legge contro i provvedimenti dannosi delle autorità - non sta facendo campagna elettorale; non diffonde infatti contenuti pubblicitari politici. La coalizione ritiene infatti che la raccolta firme sia illegale, facendo parte della campagna elettorale non registrata. L'Istituto ha anche ricevuto una richiesta di chiarimenti da parte dell'Ispettorato degli Affari interni.

E. P.