Nonostante l’incontro di metà marzo, l'Unione dell'istruzione superiore della Slovenia ha deciso di continuare lo sciopero. Sul tavolo continua a restare la richiesta di eliminare le
disparità salariali, correggendo eventuali ingiustizie accumulate nel passato; di prevedere normali condizioni di lavoro per il personale docente (anno sabbatico, fondi di ricerca individuali), di regolamentare alcune specificità presenti nel contratto collettivo (lavoro a domicilio, reperibilità, lavoro in condizioni pericolose).
Chieste anche le dimissioni del ministro dell'Istruzione superiore, della scienza e dell'innovazione, Igor Papič. L’accusa che gli viene rivoltaè quella di aver lasciato opportunisticamente in mano le trattative al ministro dell’istruzione Darjo Felda, abbandonando l’Università al suo destino, perciò aumenti salariali per ora sembrano essere previsti solo per i docenti e i lavoratori dei gradi di istruzione inferiore. D'altronde, come sostenuto dal sindacato anche nei giorni precedenti, Papič si sarebbe concentrato sul settore dell’innovazione e su quelli che sono interessi di tipo commerciale, ignorando totalmente l'Istruzione superiore. L'irresponsabilità del ministro Papič sarebbe, inoltre, dimostrata dal fatto che a contrattare sia stato lasciato il segretario di stato dott. Krajnec, che come viceministro non ha in realtà alcun mandato per negoziare su molti temi che sono già stati concordati.
Pertanto il sindacato ha annunciato la prosecuzione dello sciopero sino a quando non ci sarà un impegno concreto da parte del Governo a trovare una soluzione.
Il ministro Igor Papič, è intervenuto nel pomeriggio, dicendosi stupito dalle dichiarazioni e dalla dura retorica del sindacato, visto che l'accordo secondo lui sarebbe praticamente pronto e che il prossimo appuntamento sarebbe previsto per questo giovedì. Si tratta, ha detto, di integrare nuovi punti, per chiudere questa trattativa che ha ammesso è durata troppo a lungo, a causa delle riserve espresse da altri dicasteri. Il ministro ha, quindi, invitato il sindacato
ad attendere la risposta del governo "e a concludere al più presto quanto praticamente concordato".
Barbara Costamagna