“Nessuna imposizione, i dipendenti che per ragioni di salute non possono farlo non saranno obbligati a vaccinarsi, per gli altri saranno individuate forme di lavoro, dove possibile, a distanza, a domicilio”, ha detto il ministro dell’Amministrazione pubblica, Boštjan Koritnik, spiegando che in questo contesto “lo Stato si comporta da datore di lavoro e perciò ha l’obbligo di garantire condizioni di sicurezza ai propri dipendenti e alla cittadinanza che fruisce dei servizi”. Un provvedimento che per il momento esclude tutto il settore pubblico e dunque scuole e sanità mentre i dipendenti dei comparti indicati da Koritnik avranno ancora due settimane di tempo - fino al primo di ottobre - per accedere all’immunizzazione; nel caso di un vaccino con due dosi dovranno dimostrare che la seconda iniezione sarà fatta entro il primo di novembre. “La vaccinazione è una responsabilità verso noi stessi e verso la società”, ha aggiunto l’esponente governativo intervenuto alla consueta conferenza stampa giornaliera assieme al ministro alla Salute, Janez Poklukar, e al direttore dell’Istituto nazionale per la salute pubblica, Milan Krek. Entrambi hanno affermato che solo con una più massiccia vaccinazione si potrà arrestare l’esponenziale e preoccupante crescita dei contagi e il numero degli ospedalizzati che tra qualche settimana potrebbero mettere in crisi il sistema sanitario nazionale. Mentre dal quadro epidemiologico dipenderanno le eventuali future misure che potrebbero stabilire nuove regole pure in altri comparti del settore pubblico. “Bisogna avere fiducia nella scienza e ricordare che il vaccino non è veleno, veleno è il Covid-19 e solo abbattendolo riusciremo a ritornare alle normalità”, è stato detto a Lubiana.
Lionella Pausin Acquavita