All'ordine del giorno i presunti danni arrecati al paese, quindi ai contribuenti, dai ritardi nella vendita della Nova Ljubljanska Banka e la proposta dell'SDS di riforma della legge che regolamenta il sistema previdenziale. Lungo dibattito, ma nessuna decisione finale, per quanto riguarda la NLB. Sei ore di confronto per ribadire le posizioni in materia. I promotori della sessione, /partito democratico, Nuova Slovenia e partito nazionale/, hanno attribuito chiare responsabilità al precedente governo, guidato da Miro Cerar; una tempestiva operazione di vendita, hanno evidenziato, avrebbe garantito un introito ben superiore, di almeno 460 milioni di euro. Tempi nella privatizzazione difesi invece dagli esponenti del precedente esecutivo, ma anche dall'attuale coalizione, che hanno individuato nella richiesta di convocazione della eseduta straordinaria un semplice calcolo politico. Il segretario di stato al Ministero delle Finanze, Metod Dragonja, ha sottolineato che tutto si è svolto in base alla legge e che non era possibile prevedere con oltre un anno di anticipo quali sarebbero state le condizioni sul mercato dei capitali; i mercati finanziari, ha detto, sono imprevedibili. Finito intanto già in prima lettura il cammino della proposta di emendamenti alla legge sul sistema previdenziale. Soltanto 26 deputati l'hanno ritenuta idonea per un proseguimento dell'iter parlamentare, 44 i voti contrari. Il governo l'ha bocciata in quanto non prevede soluzioni sistematiche; si riserva comunque di presentare un proprio progetto, come previsto anche dal patto di coalizione.