In un paese dove le scuole hanno appena riaperto i battenti e dove si fanno sempre più sentire i detrattori delle restrizioni, gli esperti cercano di correre ai ripari e si chiedono perché si stanno diffondendo tante fandonie sul vaccino e sul contagio. Dito puntato anche su alcuni media che contribuiscono a seminare dubbi.
Intanto si è ancora in attesa di sapere quali saranno le misure che verranno adottate per far fronte alla quanta ondata della pandemia. Stando a quanto trapelato in questi giorni non dovrebbe più scattare il coprifuoco e nemmeno le limitazioni di spostamento tra comuni, mentre le scuole dovrebbero rimanere sempre aperte. A contare, sembrerebbe, non sarà il numero dei contagiati, ma quello dei posti occupati in terapia intensiva. Lo scorso anno la giornata più nera fu quando si toccò quota 212, in ogni modo la Slovenia non potrebbe andare oltre 300.
La soluzione ovviamente sarebbe quella del vaccino, ma il problema resta quello del basso tasso i vaccinati. Il paese è tra i fanalini di coda nell’area Schengen, dietro a Lubiana ci sono solo Slovacchia e Lettonia. Una delle idee che sta circolando è anche quella di introdurre l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni e per coloro che lavorano nei comparti della sanità, dell’assistenza e della scuola. La ricetta più immediata sarà quella di estendere l’uso del Green pass, con test obbligatori sempre più frequenti per i non vaccinati. Contrariamente alle voci che erano circolate nei giorni scorsi, almeno per ora, per i vaccinati non sarà previsto l’obbligo di tampone. Se ne riparlerà se si dovesse dimostrare che il vaccino garantisce meno copertura sulle nuove varianti del virus.
Stefano Lusa