Il governo sloveno, dopo la strage alla scuola belgradese, ha deciso di affrontare la situazione nelle scuole del paese e capire come intervenire su quelle che sono le difficoltà psicologiche che si stanno registrando tra i giovani dopo la pandemia; oltre che tranquillizzare l’opinione pubblica che sembra impaurita dalle notizie di questi giorni.
Secondo il ministro dell'Istruzione Darjo Felda, le scuole stanno già lavorando in questo ambito, ma purtroppo per quanto si faccia bisogna sempre tenere conto del fattore umano. Da quello che sta emergendo da coloro che lavorano nel settore sarà fondamentale intervenire sull'attuale normativa per garantire nuovamente l'autonomia degli insegnanti. Tra le misure già prese ha ricordato il ministro dell'Istruzione, Darjo Felda, l'aumento del numero dei consulenti nelle scuole e la collaborazione tra scuola e forze dell'ordine per prevenire episodi di violenza negli istituti. Felda ha aggiunto, inoltre, che su iniziativa del premier Robert Golob, il ministero ha proposto ai presidi delle scuole primarie e secondarie che venerdì 12 maggio, durante le lezioni, si organizzino attività di discussione in quella che è stata ribattezzata "la giornata della cultura della nonviolenza e della tolleranza".
Lavorare in modo proattivo per affrontare le difficoltà psicologiche che stanno emergendo in diverse fasce della società (soprattutto tra i più giovani) è fondamentale anche per ministro della Sanità Danijel Bešič Loredan, che ha assicurato che la Slovenia possiede tutti gli strumenti per prevenire situazioni si questo tipo, combattendo il linguaggio dell'odio ed i comportamenti violenti. Il ministero della Sanità, quindi, implementerà i centri per l'aiuto psicologico in tutto il paese e svilupperà programmi e iniziative mirate a fornire il sostegnonecessario ai più giovani e garantire così la loro sanità mentale. Un tema quello della malattia mentale che deve essere finalmente destigmatizzato, ha sottolineato Bešič Loredan, facendo capire alle persone che avere difficoltà a livello psicologico non vuole dire essere "pazzi".
Il ministro del Lavoro, della Famiglia, degli Affari sociali e delle Pari opportunità Luka Mesec ha detto che è necessario far sì che le persone si sentano sicure; evitando di alimentare le paranoie . Un impegno che spetta alla politica che deve garantire le condizioni affinchè la società si sviluppi in modo sano. Per questo motivo ha detto Mesec rendendosi conto, visto i suoi dicasteri, che sempre più famiglie e bambini si ritrovano a vivere in situazioni di difficoltà e degrado che possono portare ad episodi di questo tipo, si è impegnato attraverso la rete nazionale di assistenza sociale a intervenire per sviluppare programmi di prevenzione (intervenendo dove si individuano difficoltà), di cura (nel caso emergano disagi) e di sostegno (per uno sviluppo sereno nelle famiglie).
Barbara Costamagna