In quel caldo pomeriggio del luglio 2005 i più erano andati a vedere Juan Carlos Ferrero. L’ex numero uno del mondo era una delle stelle del torneo di Umago, ma quello che si vide fu soprattutto Novak Đoković. Ferrero chiuse la partita in due set, ma non ci voleva molto per capire che quel ragazzino era un predestinato. L'anno successivo tornò in Istria, reduce della sua prima vittoria in un torneo dell'ATP; perse in finale con Stanislav Wawrinka. A batterlo non fu lo svizzero, ma un attacco d'asma che lo costrinse al ritiro, mentre era in vantaggio del tie-break del primo set. Il pubblico croato, dimenticandosi delle guerre jugoslave, era tutto (o quasi) per lui. Oramai Đoković era proiettato verso i vertici del tennis mondiale. A più di 15 anni di distanza il bilancio è impressionante.
Quello che gli manca sono l'oro olimpico ed il record delle vittorie nei tornei del Grande Slam. Davanti a lui in questa classifica ci sono i suoi rivali di sempre: lo svizzero Roger Federer e lo spagnolo Rafael Nadal. Prenderli e superarli sembra ora essere il suo prossimo obiettivo. I tre - con un breve intermezzo di 41 settimane dello scozzese Andy Murray- si sono scambiati la poltrona di numero uno al mondo dal 2 febbraio 2004. Da quello che si è visto che il loro regno, per ora, non è ancora finito e comincia ad aleggiare la convinzione che a chiudere la loro èra non saranno i loro avversari, ma l’inesorabile passare del tempo.
Stefano Lusa