Nato il 7 novembre 1944 a Leggiuno, sulle rive del Lago Maggiore, Gigi Riva ha iniziato la sua carriera professionistica nel 1962 con il Legnano. Tuttavia, presto attirò l'attenzione del Cagliari e, l'anno successivo, si trasferì in Sardegna, indossando la maglia rossoblù per tutta la sua illustre carriera, che si concluse nel 1977. Soprannominato il "Rombo di Tuono" da Gianni Brera per la potenza del suo sinistro, Riva è stato uno dei protagonisti principali della conquista dello Scudetto nel 1970. Una vera bandiera, Riva, non lasciò mai l'isola rifiutando offerte monetarie astronomiche per quel tempo da Juventus e Inter. Inoltre, con la maglia della Nazionale italiana, è ancora il miglior marcatore di sempre con 35 gol in 42 presenze, avendo vinto l'Europeo nel 1968 e raggiunto la finale dei Mondiali nel 1970. Un'edizione epica che ha lasciato un'impronta indelebile negli amanti del calcio. A Città del Messico si svolge la semifinale tra l'Italia e la Germania Ovest di Franz Beckenbauer, altro grande protagonista della "Partita del secolo" che da poco ci ha lasciati; l'incontro finisce 4 a 3; le gesta sul campo ora assumono un carattere ancora più forte per un altro grande campione che lascia un grande vuoto nel mondo dello sport. Dopo il ritiro dal campo Riva ha assunto ruoli dirigenziali sia nel club che nella Federazione italiana, diventando accompagnatore della nazionale maggiore e ricoprendo il ruolo di team manager dal 1990 al 2013. La sua eredità nel calcio italiano rimarrà perpetua, ricordato non solo per le gesta sul campo, ma anche per il contributo significativo dato al calcio italiano nel corso degli anni.
Il mondo sportivo e le istituzioni esprimono cordoglio per la morte di Gigi Riva. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinea lo spessore umano di Riva, dichiarando: "Tanti italiani, e lui incluso, apprendono l'improvvisa notizia della sua morte con autentico dolore. I successi sportivi, la grande serietà e la dignità del suo comportamento in ogni circostanza gli hanno procurato l'affetto di milioni di italiani, anche tra coloro che non seguivano il calcio."
Enrico Albertosi ha dichiarato di aver perso un fratello con cui ha condiviso molti anni di esperienze, inclusi i momenti passati insieme al Cagliari e nella Nazionale. Albertosi ha ricordato con affetto il compagno scomparso, sottolineando l'importanza della sua presenza nella sua vita. Ha rivelato di aver mantenuto un legame stretto con lui, continuando a sentirsi al telefono anche di recente, però di non essere stato a conoscenza dei problemi cardiaci che alla fine hanno causato la sua scomparsa.
Marco Tardelli ricorda Gigi Riva come un'icona, rivivendo momenti d'infanzia in cui immaginava di trovarsi nel tunnel del campo da calcio, sussurrando il nome del suo idolo di sempre.
Il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti, evidenzia il modo in cui Riva trovava il vero trionfo nel vedere la gioia dei compagni e dei ragazzi da dirigente. Spalletti lo descrive come un "supereroe silenzioso" che lavorava per il benessere degli altri prima di sé stesso, conferendogli il soprannome "Rombo di tuono".
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, esprime profonda tristezza per la perdita di un uomo straordinario, sottolineando il ruolo di Riva come simbolo nazionale nel calcio e nella gestione sportiva.
Corrado Cimador