L'istituto "España se Mueve" (Spagna si muove), l'Associazione Bulgara per lo Sviluppo dello Sport e Radio Capodistria sono i partner coinvolti nel progetto "Europe is moving", iniziativa co-finanziata dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus+sport. Lo scopo è di verificare se e come i media coprpno eventi sportivi di base, in particolare quelli volti a promuovere inclusione sociale e pari opportunità.
"Con Europe is moving - spiega il coordinatore Fernando Soria - vogliamo lanciare un progetto diverso rispetto al classico scambio di buone prassi. Vogliamo andare oltre i classici eventi sportivi, per cui ci rivolgiamo ai media, che hanno un grande potere, una responsabilità enorme nel disseminare notizie sportive e non, relative per esempio all'inclusione sociale. Al di là dell'informare - prosegue il project manager di "España se Mueve" - dovrebbero anche avere un ruolo nel sensibilizzare l'opinione pubblica, dato chea hanno le risorse per farlo. Noi vogliamo che i media siano maggiormente coinvolti in varie campagne a sfondo sociale e crediamo che vi siano i margini per fare meglio. Siamo convinti che lavorare a livello europeo fornisce una prospettiva diversa. Spesso, se ti concentri a livello locale, hai un punto di vista limitato: ecco, noi vogliamo arricchire la nostra attività assieme ai partner europei, che ci aiutano con la loro esperienza, con le loro idee, con le loro competenze e con la loro conoscenza".
Durante l'incontro di presentazione, svoltosi a Madrid nei giorni scorsi, il coordinatore Fernando Soria ha avuto anche modo di aggiungere che "ci sono tanti fattori su cui concentrarsi; tra cui l'approccio dei politici, che quando creano politiche e programmi in ambito sportivo pensano solo sul breve periodo, cercando di prendere provvedimenti utili per essere rieletti e trarre benefici alle prossime elezioni. Dobbiamo cambiare anche questo atteggiamento, bisogna pensare sul lungo periodo. Non è facile modificare la situazione in questo settore, però possiamo lavorare duro tutti i giorni per cambiare il modo in cui lo sport viene percepito".
Il progetto, che dura 12 mesi, consiste in una ricerca, sia quantitativa che qualitativa, che riguarda sia lo spazio che i media delle tre nazioni dedicano allo sport di base, che alle ragioni per cui lo spazio viene concesso o meno. Particolare attenzione verrà anche posta sulla disseminazione dei risultati. Al di là di due incontri intermedi, uno a Sofia e uno a Capodistria, ci sarà anche una conferenza finale, ospitata da Madrid, nella quale saranno tracciate le conclusioni. Tra i prodotti del progetto, anche una lista di raccomandazioni, sia per i giornalisti che per le organizzazioni attive in ambito sportivo a livello di base, volte a migliorare la comunicazione e la copertura mediatica delle attività sportive e della dimensione sociale dello sport.
"Credo che il coinvolgimento sia il fattore centrale e ciò ha sia implicazioni positive che negative. Se trovi una persona o un entità che crede in questo tipo di iniziative, ti aiuta. Il lato negativo è che dipendi comunque alle persone: se non sono convinti, c'è poco da fare. E' una questione di volontà, in entrambi i casi" conclude Soria.
Antonio Saccone