Un miliardo e 15 milioni di euro: è questa la stima delle perdite subite a causa della pandemia da parte dei maggiori club europei di calcio, ricavata da uno studio di Kpmg Football Benchmark, un’organizzazione che si occupa di analisi finanziarie nel mondo dello sport, e pubblicato dal Sole 24ore.
Lo studio prende in esame 20 grandi club del vecchio continente confrontando i risultati finanziari dell’ultimo anno con quelli delle stagioni precedenti, e il risultato è impressionate: depurate dalle plusvalenze della venduta di giocatori, in tutto le perdite sui ricavi operativi sono di poco superiori al miliardo di euro, pari a più del 13 per cento del totale.
La squadra che si è difesa meglio dal punto di vista finanziario è stata il Bayern Monaco che, anche grazie alla vittoria nella Champions League, ha chiuso con un utile di quasi sei milioni di euro, limitando la flessione di ricavi. Non va male nemmeno il Real Madrid, che fra le grandi squadre, accanto al Barcellona, ha avuto i ricavi più alti, attestandosi attorno ai 700 milioni.
Fra le squadre campioni male invece il Paris San- Germaine, che ha avuto la perdita maggiore, pari a 125 milioni di euro. In Italia la Juventus, nonostante lo scudetto, ha accusato un calo del 13 per cento dei ricavi e raddoppiato le perdite dell’anno precedente, portandole a quasi 90 milioni. Profondo rosso anche per Roma e Milan, che hanno infranto ogni record in Europa con rispettivamente 204 e 194 milioni di perdite.
Il rapporto, intitolato “The European Champions Report 2021”, evidenzia anche come, mentre l’anno precedente l’utile maggiore fosse stato ottenuto dall’Ajax, con 52 milioni, l’ultima stagione in Olanda non si sia nemmeno conclusa, rendendo difficile fare delle valutazioni.
Lo scossone provocato dalla pandemia potrebbe però anche dare la spinta decisiva per una rivisitazione del sistema di gestione dei club internazionali che, accanto allo sport, guardano ormai anche alla competizione nel mondo finanziario.
Perfino i grandi investitori cinesi non sembrano più disposti a impegnare i propri soldi senza un progetto bilanciato che garantisca non solo il contenimento delle perdite, ma anche un utile, magari maturato all’interno di un investimento più ampio, che non coinvolga solo una società di calcio.
I tempi degli imprenditori-tifosi che spendevano decine di milioni per sola passione, o degli emiri disposti a pagare qualsiasi cifra per veder vincere la propria squadra, non è forse ancora del tutto alle spalle, ma la presenza sempre maggiore di fondi e gestioni finanziarie fra gli azionisti dei club, ormai quasi tutti quotati in borsa, hanno fatto emergere nuove priorità, dove lo sport non è che uno degli aspetti del progetto di chi decide di acquistare una grande squadra di calcio.
Alessandro Martegani
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