"Europe is moving" è il titolo di un progetto supportato dalla Commissione Europea cui partecipa anche Radio Capodistria. Si tratta di una ricerca sullo spazio che i media dedicano ai progetti sportivi volti a promuovere inclusione sociale, diritti umani e uguaglianza.
"La scorsa settimana - ci spiega il coordinatore del progetto Fernando Soria - un nostro autorevole consulente, il Presidente dell'Alto Consiglio per lo Sport in Spagna, ci diceva che nella percezione delle persone le priorità sono cambiate, specialmente nelle pubbliche amministrazioni, che intendono concentrarsi su quest'area direttamente collegata alla salute"
"E' situazione economica difficile - prosegue l'esponente di Espana se Mueve - lo Stato è quasi in bancarotta, per cui c'è un grosso problema legato al denaro. Di conseguenza si pensa di finanziare questi progetti perché sono vicini ai bisogni delle persone. Di seguito abbiamo parlato anche di finanziamenti: di sicuro ci sono tante aziende nello sport professionale. Tuttavia, per esempio, da un paio d'anni c'è un'azienda del settore energetico che sta investendo tanto nello sport femminile riuscendo a ottenere una visibilità consistente. Per cui anche gli investimenti nell'eguaglianza di genere e nello sport per tutti possono essere remunerativi".
"Ci vorrà del tempo - conclude il project manager - ma credo che nel futuro ci saranno sempre più aziende disposte a investire anche in questo settore: speriamo che succederà presto".
Si può dire che le misure volte a limitare la diffusione del coronavirus hanno portato i giornalisti a occuparsi maggiormente della dimensione sociale dello sport?
"Si, di sicuro è cambiato molto: c'è molta più visibilità per la dimensione sociale dello sport - risponde Soria - specie perché all'inizio della crisi sui media c'erano pochi contenuti diversi dallo sport d'elite. Per cui durante il primo lockdown i media e i giornalisti hanno dovuto trovare altre fonti, altri contenuti e altre notizie. E lo hanno fatto. Lo sport d'elite è poi ripreso, per cui l'attenzione sembra essere di nuovo diminuita".
"Attraverso la nostra ricerca - prosegue il coordinatore del progetto - vogliamo analizzare meglio anche questo aspetto: in realtà il nostro lavoro procede lentamente, dato che molte persone sono sempre impegnate da problemi più immediati da risolvere. Per ora, abbiamo osservato una grande incertezza su tutto e che tante cose possono cambiare velocemente in tutti i settori. Anche nel nostro lavoro: infatti, stiamo ancora aspettando le regole della Commissione Europea per gestire i progetti come il nostro: staremo a vedere" conclude Fernando Soria.
Tra i partner di "Europe is moving" (progetto che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020, tuttavia a causa delle difficoltà nel porre in essere le attività previste, la fine del progetto è stata prorogata al Dicembre del 2021) c'è anche l'Associazione Bulgara per lo Sviluppo dello Sport, che in una nota scritta fa il punto sullo stato dei lavori per quanto concerne il paese balcanico:
"Basandoci sulle nostre attività, possiamo dire che l’interesse dei media locali e nazionali per lo sport di base e per i suoi aspetti principali rimane limitato. Soprattutto perché queste iniziative non riguardano uno sport specifico, mentre le redazioni sportive sono spesso specializzate per discipline. Di conseguenza, per lo sport di base è difficile ottenere uno spazio significativo sui media. Di sicuro negli ultimi anni ci sono stati dei progressi, ma la copertura non è ancora omogenea come per lo sport d’elite.
La pandemia da covid19 ha avuto un impatto significativo anche sullo sport. Ciò si è riflesso anche sulla copertura mediatica, sia a livello d’elite che di base. Purtroppo la dimensione sociale dello sport non ha riscontrato una copertura maggiore rispetto al passato, né dai giornali né dalle radio né dalle televisioni. Le campagne a sfondo sociale che alcuni media supportavano prima della crisi stanno andando avanti, senza nessuna differenza significativa.
D’altra parte, rimangono limitate anche le opportunità di sensibilizzazione per i media volte a sostenere lo sport di base e la dimensione sociale dello sport. Sfruttando meglio questo canale si potrebbe sicuramente fare un passo avanti".
Antonio Saccone