L'Italia campione europea in carica ha ottenuto la possibilità di difendere il titolo la prossima estate in Germania, ma quanta fatica contro l'Ucraina.
Sul campo neutro di Leverkusen, visto che ovviamente gli ucraini non possono disputare le gare in patria a causa della guerra contro la Russia, gli azzurri raggiungono l'obiettivo utile minimo del pareggio, evitando i play off di marzo.
Ora il ct Luciano Spalletti deve sperare nella benevolenza dei sorteggi e cercare la quadra, perché anche in questo ultimo match la squadra è stata pericolosa per un'ora, chiudendosi poi in difesa e soffrendo fino all'ultimo minuto.
Spalletti ha cambiato quattro elementi rispetto alla vittoria contro la Macedonia, dentro quindi Di Lorenzo, Buongiorno, Frattesi e Zaniolo, fuori Darmian, Gatti, Bonaventura e Berardi, quest'ultimo addirittura in tribuna.
Per l'Ucraina Dovbyk unica punta e Mudryk, l'uomo più pericoloso, sulla sinistra.
L'Italia parte bene, sembra non volersi accontentare del pareggio e risulta spesso pericolosa, ma allo stesso tempo regala facili ripartenze agli avversari; fortunatamente Donnarumma si fa trovare sempre pronto. La prima frazione di gara si conclude con l'Italia che sembra superiore ed un possibile vantaggio nell'aria, con un Chiesa sempre attivo.
La ripresa inizia con Scamacca al posto di Raspadori, un cambio che però non giova agli azzurri visto che la squadra fatica a salire e rischia a causa di un'uscita avventurosa di Donnarumma su un fallo laterale di Konoplya che spalanca la porta a Mudryk. Il portiere italiano rimedia respingendo in angolo con i piedi.
L'Ucraina prende coraggio e va nuovamente vicino all'1 a 0 con una conclusione di Tsygankov.
Spalletti scompiglia ancora una volta le carte ed inserisce Cristante e Politano al posto di Jorginho e di Zaniolo che accusa un leggero infortunio. L'Ucraina continua a fare gioco ma gli azzurri sono attenti in fase difensiva. Si arriva alle fasi finali con ancora Donnarumma chiamato all'intervento ed il brivido per un rigore richiesto da Mudryk, ma l'arbitro non si affida nemmeno al Var.
L'Italia, dopo circa sei minuti di recupero può quindi festeggiare la qualificazione.
Davide Fifaco