Avvicinare la struttura dello Sport europeo di vertice alla filosofia dello sport professionistico degli Stati Uniti, dove non ci sono non promozioni o retrocessioni ma solo Leghe chiuse formate in base alla potenza economica dei club: è questa linea alla base dell’annuncio che potrebbe cambiare per sempre il volto del calcio Europeo.
Dodici tra i più prestigiosi club del vecchio continente hanno infatti deciso di non partecipare più alla Champions League, a cui accedono le migliori squadre dei campionati nazionali, e giocare invece nella Super League, un nuovo campionato continentale, autogestito dai club fondatori (Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham), e che riunirà una ventina di club. Alcuni, fra cui i fondatori, parteciperanno di diritto, mentre altre 5 squadre saranno selezionate in base ai risultati dell’anno precedente.
Un vero e proprio segnale di rottura con l’attuale assetto del calcio europeo: Florentino Perez, numero uno del Real Madrid, sarà il presidente della Super League, affiancato da Andrea Agnelli, presidente della Juventus, che si è anche dimesso dal ruolo di presidente dell'Eca e dall'esecutivo Uefa.
Non si tratta però di una novità per lo sport europeo: un’operazione di questo genere è già stata fatta, e con successo, nel basket, dove alcuni club hanno deciso di creare un campionato europeo, l’Eurolega, che non richiede per le squadre fondatrici alcun risultato nei campionati nazionali, con alcuni posti disponibili per merito sportivo per altre squadre.
Il precedente, che peraltro ai tempi non era stato accolto molto bene dalle Federazioni di pallacanestro, non ha però evitato durissime reazioni da parte della Uefa e delle leghe dei campionati nazionali, con minacce di esclusione delle squadre dai campionati nazionali e dei calciatori dalle nazionali, e accuse di egoismo e disprezzo per i meriti sportivi.
A queste critiche però i club organizzatori replicano con le cifre: “Il nuovo torneo annuale – hanno fatto sapere - fornirà una crescita economica significativamente più elevata - e un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega”.
Si parla di contributi superiori ai 10 miliardi di euro nel periodo iniziale. A fronte di questo impegno i club fondatori riceveranno un contributo una tantum, da dividersi, pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d'investimento in infrastrutture e per bilanciare l'impatto della pandemia. I finanziamenti arriveranno dalla Banca Jp Morgan, che anticiperà anche altri tre miliardi sui ricavi.
Numeri che, sulla carta sono superiori quelli raggiunti con Champions League, Europa League e Supercoppa dalla Uefa, che ora si trova orfana dei suoi principali protagonisti, con un danno d’immagine e di mercato difficilmente recuperabile.
I club fondatori puntano poi a recuperare i ricavi erosi dalla pandemia, un ammanco tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, nel più breve tempo possibile, una linea non compatibile con i tempi della Uefa, che parlava di varare la nuova Champions solo nel 2024.
Alessandro Martegani