Non sembra essere conclusa la vicenda che ha coinvolto il numero uno al mondo del tennis mondiale Jannik Sinner, risultato positivo a due controlli antidoping lo scorso aprile, dopo il torneo di Indian Wells.
Sinner era risultato positivo al clostebol, uno steroide anabolizzante ritenuto dopante, ma è stato scagionato dopo la ricostruzione dei fatti fornita dal suo staff: il clostebol era contenuto in uno spray utilizzato dal suo massaggiatore e preparatore atletico, Giacomo Naldi, per curarsi un taglio a una mano, e Sinner sarebbe entrato in contatto con la sostanza dopo dei massaggi eseguiti a mani nude da Naldi perché, a sua volta, presentava delle ferite aperte.
L’inchiesta, svolta dall'ITIA (l'International Tennis Integrity Agency) un istituto indipendente, era stata tenuta riservata fino alla sentenza finale, pubblicata a Ferragosto: l’ITIA ha ritenuto credibile la spiegazione dello staff del tennista e lo ha scagionato, pur levandogli i 400 punti nella classifica mondiale guadagnati a Indian Wells, e il premio vinto, per responsabilità oggettiva. Sinner era anche stato sospeso in un primo tempo, ma dopo un ricorso gli era stato consentito di giocare a Miami, Montecarlo, Roland Garros, Wimbledon e Cincinnati.
Trattandosi di un’inchiesta di un tribunale indipendente, la sentenza è ancora appellabile, fino al 6 settembre, dalla WADA e dalla NADO, le agenzie antidoping mondiale e italiana, che stanno valutando la situazione. Ogni sviluppo è ancora possibile.
Su Sinner intanto sono piovute le critiche da parte di alcuni colleghi, a partire da Nick Kyrgios, talento australiano che ha definito “ridicola” la mancata sospensione: “Che sia stato accidentale o pianificato - ha scritto su X – se risulti positivo in due test a una sostanza proibita, dovresti stare lontano dai campi per due anni". Se il farmaco non ha migliorato le prestazioni, ha aggiunto, “perché gli hanno preso i soldi del premio e i punti da Indian Wells? Ha fatto qualcosa di sbagliato o no?”
Anche il tennista canadese Denis Shapovalov ha sottolineato come ci siano “regole diverse per giocatori diversi: non riesco a immaginare - ha aggiunto - cosa stiano provando in questo momento tutti gli altri giocatori che sono stati squalificati per sostanze contaminate”.
"Che Sinner facesse uso di doping o meno – ha concluso il giocatore britannico Liam Broady - non è giusto: molti giocatori attraversano la stessa cosa e devono aspettare mesi o anni perché la loro innocenza venga dichiarata. Non è una bella figura".
Alessandro Martegani