Il bisogno di giustizia è uno dei più radicati nel cuore e nella mente degli uomini in tutti i paesi del mondo e il modo in cui i singoli stati rispondono a questo bisogno influenza molti ambiti della vita civile, sociale ed economica degli stessi. Sullo spessore e la caratura del 34.enne tennista serbo Novak Đoković, non si discute. In carriera ha conquistato 20 Slam, alla pari di altre due leggende viventi Roger Federer e Rafael Nadal. Per il serbo, a caccia anche del Grande Slam, ci sono 9 Australian Open, 6 Wimbledon, 3 US Open e 2 Roland Garros, con una percentuale di due finali vinte su tre. Ovviamente, si può essere grandi atleti e al tempo stesso degli esempi negativi nel contrasto alla pandemia. Ed è questa l'accusa mossa a Đoković. Sempre dichiaratosi scettico nei confronti dei vaccini anti-Covid, nonostante l’obbligatorietà decisa dall'organizzazione degli Australian Open per gli atleti partecipanti. Nole, infatti, è riuscito ad ottenere un'esenzione speciale, che gli permetterà di partecipare al torneo di Melbourne. La ricchezza e la notorietà, è innegabile, sono diventate pseudo esenzioni. Eppure, anche il premier dello Stato di Victoria, Dan Andrews, si era espresso in maniera contraria a qualsiasi deroga alle regole per la vaccinazione, affermando: "Al virus non importa quale sia la tua classifica tennistica, o quanti Slam hai vinto in carriera". Đoković però ha raggiunto l'Australia. Per essere esentati dal vaccino le esenzioni sono molto poche: reazioni allergiche o gravi effetti collaterali dopo prima dose, sofferenza medica acuta, malattia cardiaca infiammatoria recente. Il primo caso non sussiste, infatti, Đjoković non è vaccinato, per le altre due è difficile solo supporre che, nel caso fossero accertate, sarebbe possibile giocare un torneo di due settimane, al meglio dei 5 set, con le torride temperature dell'estate australiana. L'opinione pubblica, da quella locale a quella internazionale non l'hanno presa bene e non bisogna escludere che alla sua uscita sul campo a Melburne Đoković sarà accolto nel migliore dei modi. Come scrisse il filosofo greco Antico Socrate: "Io non preferirei né l'uno né l'altro; ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla."
Corrado Cimador