Foto: BoBo
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Dopo 22 anni si volta pagina e la sala cinematografica Kolosej, l'iconica struttura dedicata ai film commerciali nella zona di BTC chiude i battenti. Termina così un'epoca iniziata con il nuovo millennio, durante la quale Kolosej si è affermato come punto di riferimento fra i lubianesi e non solo come sala dedicata alle proiezioni dei cosidetti "blockbuster", i film con un grande richiamo di pubblico, non necessariamente della critica.
Così come tutta la città anche BTC sta cambiando pelle, con un costante e continuo ampliamento degli spazi commerciali e industriali, con l'arrivo di IKEA dopo lunghissime trattative, che simboleggia una nuova vita, segnata dall'arrivo di grandi marchi come Decathlon e Lego City. E non solo, perché diverse aziende anche estranee al commercio e alla logistica, come UniCredit, hanno stabilito lì la propria sede, unita al tentativo della società BTC City di dar vita a un polo di innovazione tecnologica che è riuscito solo in parte.
Ora è arrivato il momento di un cambiamento anche per una struttura sempre più spenta e ormai in decadenza, malgestita dal finanziere e giocatore d'azzardo Sergej Racman, costretto a svendere le sue proprietà. Ora è il turno di Ivo Boscarol e della sua visione imprenditoriale a provare a dar vita a nuove storie. L'immobile è stato acquistato all'asta fallimentare lo scorso settembre dalla società che porta il nome dell'imprenditore e progettista di aerei ultraleggeri che ha fatto fortuna in tutto il mondo. Al momento della compravendita Boscarol spiegò di voler creare un nuovo centro di eventi e di intrattenimento, uno spazio con scopi commerciali e sociali, per dare nuova linfa a una zona e un'area che hanno un grande potenziale e un bacino d'utenza nell'ordine delle centinaia di migliaia, con pochi rivali nel paese. Lo stabile resterà chiuso per lavori di ristrutturazione e riaprirà in autunno con il nome Odiseja, in modo da iniziare una nuova storia sotto un altro nome, altrettanto grandioso come il primo, con un senso di viaggio e di avventura più che di maestosità.

Valerio Fabbri