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Cechov scrisse il dramma Platonov a soli 21 anni e rappresenta il fallimento della sua utopia giovanile di raccontare la vita appieno, nei suoi più profondi meccanismi. L’opera appare come un testo non concluso, ricco di azione, personaggi, temi affrontati, non semplice da portare in scena. Nell’intento riesce benissimo il regista Marco Lorenzi, che è stato anche attore, assecondando il pensiero e il desiderio dei giovani componenti la compagnia di affrontare i classici come fossero testi contemporanei e i testi contemporanei come fossero testi classici. Platonov è l’espressione del talento che già negli anni giovanili Cechov aveva nell’osservare il genere umano e di coglierne gli aspetti più inquietanti. Gli artisti de “Il Mulino di Amleto” sottolineano che in effetti il dramma Platonov è “un modo come un altro per dire che la felicità è altrove”: un’opera non finita per esseri umani non finiti, incompleti, incerti, resi fragili dal loro “voler essere” che si scontra inevitabilmente con ciò̀ che sono nella realtà. Repliche nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti nei consueti orari fino a domenica 31 marzo.

Politeama Rossetti Foto: Radio Capodistria/Teatro Rossetti