Scuola, bilinguismo, comunicazione, organizzazione: sono solo alcuni degli aspetti della vita della minoranza italiana in Slovenia affrontati nel corso dell’incontro di Capodistria fra una delegazione di rappresentanti del Consiglio d’Europa e i vertici della minoranza italiana, fra gli altri il presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul, quello della comunità costiera Alberto Scheriani, per la comunità di Pirano Andrea Bartole e Nadia Zigante, e Guido Krizman per l'Istituto per l'educazione.
L’incontro con la delegazione del Consiglio d’Europa, organizzazione nata per promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nel continente, è una delle fasi del processo, iniziato con un rapporto da parte del governo e della minoranza, e un questionario compilato dalla comunità italiana, che porterà a un rapporto finale sullo stato dell’applicazione dei diritti della comunità italiana in Slovenia.
È stato un confronto che ha toccato tutti gli aspetti della vita della minoranza italiana, come ha confermato il presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul, al termine del colloquio.
“Abbiamo toccato tutti i temi che riguardano il bilinguismo, dalla scuola, ai tribunali alle unità amministrative, ai servizi pubblici a livello locale, alla cultura, ai media, quindi tutto quello che riguarda l'essenza della comunità nazionale italiana e dei nostri diritti nel campo del bilinguismo. Tenuto conto anche che la Slovenia ha ritardato nel dare questo rapporto, che in genere viene dato ogni tre anni mentre ora ne sono passati sei, c'è stato un approfondimento molto lungo, su tutti i temi che possono riguardare la nostra comunità, dall'italiano nelle scuole slovene, alle traduzioni dei libri di testo, dalla formazione degli insegnanti, all'uso degli italiano nei tribunali, nelle unità amministrative e nelle varie succursali dei Ministeri sul territorio, fino ai programmi italiani di Radio e TV Capodistria, alla presenza sui media e ai programmi scolastici”.
“Un'analisi tutto tondo di quello che è la realtà della comunità nazionale italiana, dei suoi diritti nel campo linguistico, sottolineando i progressi che sono stati fatti, sulle buone pratiche, sul le clima nella comunità, ma soffermandoci molto anche su tutti i diritti che non vengono ancora attuati, compresi anche i diritti linguistici negati ai cittadini italiani, non cittadini sloveni, che non si vedono riconosciuto il diritto alla lingua italiana nel nostro paese”.
Un’analoga iniziativa si era svolta pochi giorni fa con i rappresentanti della comunità italiana in Croazia. La delegazione del Consiglio d’Europa ha confermato le informazioni in possesso con quelle fornite dai rappresentanti della minoranza italiana, per tracciare un giudizio sull’applicazione delle norme e il rispetto dei diritti delle minoranze in Slovenia.
“Noi abbiamo trattato tutti i temi che riguardano la comunità italiana, e il territorio in cui la comunità italiana opera – ha detto Alberto Scheriani, presidente della CAN Costiera - : io credo che abbiamo fatto sicuramente dei passi avanti nel settore scolastico, soprattutto per quello che riguarda le scuole di lingua italiana, e per quello che riguarda la nuova legge che è stata approvata. Credo non siano stati fatti dei passi sostanziali in avanti nella RTV e quindi nel settore dei media, in cui vediamo che le cose invece di migliorare peggiorano di anno in anno. C'è un interesse da parte dello Stato sloveno nel migliorare la situazione sul bilinguismo con un colloquio costante con il Ministero. Rimane - aggiunge - una grande divergenza tra quelle che sono le leggi e quella che è la messa in opera dei provvedimenti”.
Il rapporto potrà dare un’idea del reale stato di applicazione delle tutele per la minoranza, anche se il mancato rispetto da parte del governo non provocherebbe alcuna conseguenza immediata. “Fare questo monitoraggio e questi incontri è utile – spiega Tremul -. Noi, CAN costiera e Unione Italiana abbiamo presentato anche un documento a molto articolato. L'impressione che ho maturato però, avendo seguito tanti di questi rapporti sia per la Croazia sia per la Slovenia, e che alla fine, non essendoci sanzioni, non essendoci un vincolo all’attuazione il paese tende a non attuarli: non c’è un meccanismo simile alle regole europee secondo cui se tu non rispetti i vincoli di bilancio vieni sanzionato”.
“Noi - ha concluso Scheriani - non possiamo multare il governo, se lo avessimo potuto fare lo avremmo già fatto. La nostra unica arma è quella di denunciare quello che non va bene per i diritti della comunità nazionale italiana, e lo facciamo in ogni occasione, ogni volta che ci è data la possibilità. Credo che una relazione da parte del Consiglio d'Europa, da parte di queste istituzioni che sono molto importanti in ambito europeo, possa darci forza: uno stato di diritto come la Slovenia deve tenerne conto e deve venire incontro quelle che sono le esigenze delle comunità nazionali nel caso particolare la nostra”.
Alessandro Martegani