Foto: Reuters
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La premier Giorgia Meloni, sui social ha commentato la decisione della Cassazione con le parole: "Le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell'Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del Procuratore Generale".

Meloni aggiunge: “In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire - con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse - persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano".

Ancora più duro contro la Cassazione il vicepremier Matteo Salvini, che afferma: una sentenza "vergognosa" perché "mi sembra un'altra invasione di campo indebita". Il ministro dei Trasporti dichiara ancora: "Se c'è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po' a casa sua e li mantenga. Chissà se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi, magari qualcuno cambierebbe idea…".

Sulla stessa linea anche l'altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che spiega: "Non so cosa rispondere, credo che il dovere del governo è di difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non ne condivido le basi giuridiche".

Dall'opposizione, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, risponde: "Giorgia Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del suo governo. Ma la Cassazione è l'ultimo grado di giudizio, come stabilito dalla Costituzione, che non cambia in base al suo umore. Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze".

Davide Fifaco