"Prometto che userò la mia voce in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati": le prime parole di Donatella di Pietrantonio, appena proclamata vincitrice della 78/esima edizione del Premio Strega, ieri sera sono state per le donne. La scrittrice abruzzese che nel 2017 aveva sorpreso il mondo letterario con "L'Arminuta" ha sbaragliato gli altri cinque finalisti con "L'età fragile" (Einaudi), un romanzo che intreccia il racconto di un rapporto complicato tra una madre e una figlia a quello di un duplice femminicidio sulla Maiella negli anni Novanta da parte di un pastore: un delitto quasi dimenticato.
Una vittoria ottenuta con largo vantaggio (189 voti su 644) e che era nell'aria, dato che già accedendo alla sestina il libro della Di Pietrantonio era stato il più votato, oltre ad aver vinto lo Strega Giovani. Al secondo posto Dario Voltolini con "Invernale" (La nave di Teseo) e al terzo Chiara Valerio con "Chi dice e chi tace" (Sellerio). A seguire nella classifica Raffaella Romagnoli con "Aggiustare l'universo" (Mondadori), Paolo Di Paolo con "Romanzo senza umani" (Feltrinelli) e Tommaso Giartosio con "Autobiogrammatica" (minimun fax).
Grande assente nella serata del più prestigioso premio letterario italiano a Villa Giulia, a Roma, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, forse memore delle polemiche per una sua infelice uscita lo scorso anno, quando, dopo aver elogiato i libri in gara, che aveva votato, assicurò: «Proverò a leggerli».
Alla votazione di questa edizione hanno partecipato, oltre agli Amici della domenica (che sono in tutto 400 e compongono la giuria storica), 245 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati dagli Istituti italiani di cultura all'estero, 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni edell'imprenditoria e i 25 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura.
Alla vigilia della premiazione è stata inaugurata una targa commemorativa a Maria e Goffredo Bellonci nel palazzo di via Fratelli Ruspoli a Roma dove negli anni Quaranta ha preso vita il Premio Strega e ora sede della Fondazione Bellonci, attualmente presieduta da Giovanni Solimine.